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Indycar
500 miglia Indianapolis: 200 giri per scrivere una nuova pagina di storia
Dopo un mese di test e di prove il momento decisivo è finalmente arrivato. Tutto è pronto ad Indianapolis per la 106ma edizione dell’Indy500, sesto appuntamento dell’IndyCar Series. Mancano sempre meno ore alla green flag di una delle gare automobilistiche più antiche e prestigiose al mondo, una corsa da non perdere sulla canonica distanza dei 200 giri.
Il catino di Speedway attende le 33 auto iscritte per la gara di quest’anno, rigorosamente collocata come da tradizione nel fine settimana del ‘Memorial Day’. Sono tanti i favoriti alla vigilia dell’evento, le qualifiche di settimana scorsa ci hanno regalato alcuni dati che puntualmente potrebbero essere smentiti nella giornata di domenica.
Sono tanti coloro che cercano per la prima volta di baciare la ‘Brickyard’, la linea del traguardo dell’ovale statunitense che è composta dagli originali mattoncini rossi che un tempo ricoprivano tutto il perimetro del circuito. Uno su tutti è senza dubbio Josef Newgarden, americano di Penske che dopo due titoli all’attivo insegue il primo acuto ad Indy.
Il #2 di Penske cerca questo obiettivo insieme a Colton Herta, californiano di Andretti #26 che meno di due settimane fa ha primeggiato nel GP svolto all’interno del road course di Indy. Il figlio di Bryan Herta è atteso ai nastri di partenza insieme al connazionale Alexander Rossi ed al francese Romain Grosjean. Il primo vinse da rookie nel 2016, mentre il secondo ha non ha ancora avuto l’occasione di entrare in una victory lane nella carriera. L’Indy500 potrebbe essere l’occasione giusta per l’ex pilota di F1 che non ha mai partecipato al ‘The Greatest Spectacle in Racing’. Al via ritroveremo anche Marco Andretti (Andretti Herta Autosport with Marco Andretti and Curb-Agajanian #98), secondo nel 2006 e successivamente terzo a più riprese (2008/2010/2014).
Per Penske ci sarà da tenere in considerazione anche Will Power (Penske #12), australiano ex campione che ha il chiaro intento di eguagliare il risultato ottenuto nel 2018. L’attuale leader del campionato dovrà vedersela anche con il neozelandese Scott McLaughlin #3, tre volte vincitore del Supercars Championship che si appresta per correre la seconda Indy500 della propria vita.
L’ex protagonista della principale categoria australiana riservata alle stock car spicca tra i papabili per il successo insieme a due volti noti come il francese Simon Pagenaud ed il brasiliano Helio Casteoneves. Il transalpino, ex volto di Penske ed attuale pilota full-time di Shank Racing, insegue il secondo titolo ad Indy dopo la strepitosa affermazione del 2019, evento vinto davanti al già citato Rossi.
La squadra presente a tempo pieno con Acura nell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship schiera per il secondo anno consecutivo al via la leggenda di Helio Casteonves. Il sudamericano, uno dei quattro uomini a vantare quattro affermazioni in questa corsa, è l’unico al mondo che ha l’occasione di vincere un’altra volta l’Indy500. Il plurivincitore della Rolex 24 at Daytona, campione dell’IMSA con Penske nel 2020 nella classe regina (DPi), parte sicuramente tra i favoriti alla vigilia di una prova tutta da vivere.
Tra i personaggi ed i nomi illustri spuntano gli alfieri del Chip Ganassi Racing a partire da Scott Dixon. Sono sei i titoli all’attivo del neozelandese che per ora vanta ‘solo’ un acuto in Indiana, successo che risale al lontano 2008. Nell’albo d’oro compare anche il brasiliano Tony Kanaan, presente nella ‘victory lane’ della ‘Racing Capital of the World’ nel 2013. La nota compagine americana vedrà all’opera anche lo spagnolo Alex Palou, campione in carica che si unisce all’elenco di coloro che hanno un titolo senza un successo sotto la ‘Pagoda’ di Indianapolis.
Il messicano Pato O’Ward e lo svedese Felix Rosenqvist rappresenteranno i colori di Arrows McLaren SP, compagine che come ‘ospite’ avrà il colombiano Juan Pablo Montoya. Il due volte vincitore di questa corsa (2000-2015) correrà solo questa gara oltre al GP di Indianapolis di metà maggio, sfida effettuata prima di recarsi a Mid-Ohio per partecipare e vincere in IMSA con l’Oreca 07 Gibson LMP2 del Team DragonSpeed.
Mancano quattro volti da evidenziare. Il primo è il rookie americano Kyle Kirkwood, portacolori di Foyt e campione in carica dell’IndyLights che potrebbe regalare sorprese insieme al giapponese Takuma Sato (Coyne #52). Il nipponico tenta entrare nella ristretta cerchia di persone con tre acuti nel catino di Indianapolis, un trofeo che continua a mancare nella bacheca di Ed Carpenter. Il 41enne nativo dello Stato dell’Illinois, padrone dell’omonima squadra, è senza dubbio da prendere in considerazione con un secondo posto nel 2018, il miglior risultato in carriera.
Ultimo, ma non meno importante, è un’icona del motorsport statunitense. L’Indy500 vedrà all’opera per la prima volta il californiano Jimmie Johnson, sette volte campione della NASCAR Cup Series che da due anni a questa parte milita in IndyCar con Ganassi.
Appuntamento quindi da non perdere domenica sera per la 106ma edizione della 500 Miglia d’Indianapolis.
Foto. LaPresse