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Atletica, Camossi: “Marcell Jacobs poteva fare meno di 9″85, era destino”
Il virus gastrointestinale che ha colpito Marcell Jacobs negli scorsi giorni ha impedito a tutti gli appassionati di atletica di gustarsi il primo appuntamento stagionale nei 100 metri del campione olimpico in carica (l’italiano avrebbe dovuto correre a Nairobi al Kip Keino Classic, terza tappa Gold del Continental Tour 2022). Lo sprinter azzurro ora fortunatamente sta bene ed è già stato rilasciato dall’ospedale, ma il rammarico rimane tanto, soprattutto per lui.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Paolo Camossi, allenatore dello sprinter azzurro, ci ha tenuto innanzitutto a far sapere le condizioni di Marcell: “Nel pomeriggio (di ieri, ndr) si è alimentato, si è alzato, ha camminato, ma ha anche avvertito un po’ di mal di testa. Così, con grande maturità e senso di responsabilità, nonostante la dimissione dall’ospedale, ha preferito rimandare la partenza per l’Italia di 24 ore, cioè a domenica notte. Non ha voluto ritrovarsi in situazioni scomode in volo, meglio recuperare come si deve. Il fisioterapista Alberto Marcellini, invece, accusa ancora febbre alta ed è rimasto in osservazione. Non escludiamo che il problema sia nato in Italia: in tanti, a Roma, stanno accusando sintomi simili al loro”.
Camossi ha poi continuato raccontando l’attuale stato d’animo del campione olimpico in carica: “È molto dispiaciuto: per quello che sta passando e perché avrebbe voluto correre. Mi ha mandato allo stadio a vedere la gara e appena gliel’ho raccontata, riferendogli anche del vento favorevole a 2 metri al secondo, scherzando mi ha chiesto di andargli a prendere le scarpette chiodate”.
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L’allenatore di Jacobs ha infine concluso con un pensiero su quanto avrebbe potuto fare il suo allievo a Nairobi: “Quando in febbraio, al meeting indoor di Lievin, ha trovato Omanyala, sui 60 gli ha rifilato 7/100… il keniano parte bene, poi si perde nella fase di transizione e si rimette prepotentemente in moto. Marcell, se lui ha fatto 9”85, avrebbe potuto andare proprio forte. Si vede che era destino”.
Foto: COLOMBO/FIDAL