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Giro d’Italia 2022: cosa aspettarsi dagli italiani. Chance di classifica risicate, realistico pensare a qualche tappa

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Tra soli due giorni prenderà il via l’edizione numero 105 del Giro d’Italia. Quest’anno si parte da lontano, dall’Ungheria ed in particolare dalla capitale Budapest. In territorio magiaro verranno disputate le prime tre tappe, per poi sbarcare in Sicilia per la quarta frazione. 21 tappe dopo, nella cronometro finale che arriverà nell’Arena di Verona, conosceremo il nome del vincitore del Trofeo Senza Fine di quest’anno.

I candidati alla vittoria sono numerosi ma, purtroppo, sarà piuttosto difficile vedere un corridore italiano battagliare per il successo finale. Con la decisione del team Bahrain-Victorious di dirottare Damiano Caruso verso il Tour de France, le speranze azzurre di classifica sono appoggiate alle prestazioni dell’eterno Vincenzo Nibali, del giovane Lorenzo Fortunato e di Giulio Ciccone, deciso a ritrovarsi dopo anni difficili.

Tutto considerato, data la presenza di corridori come Richard Carapaz, Simon Yates, Miguel Angel Lopez ma anche Pello Bilbao, Mikel Landa e Joao Almeida, risulta evidente che i nostri atleti partano più che un gradino indietro se si parla di speranze di vittoria finale. Bisognerà quindi sperare in qualche vittoria di tappa, obiettivo sicuramente più alla portata dei nostri, che potranno provarci su terreni diversi.

Partiamo dai tre menzionati in precedenza; Fortunato e Ciccone hanno già dimostrato di essere in grado di vincere frazioni di montagna al Giro, considerazione che appare superflua per Vincenzo Nibali. Lo squalo non dovrebbe essere l’opzione primaria per la classifica dell’Astana Qazaqstan che potrebbe puntare su Lopez, e potrebbe quindi godere di qualche libertà in più per andare a caccia di qualche successo singolo. Lo stesso potrebbe valere per gli altri due che, paradossalmente, potrebbero trarre vantaggio da un’eventuale uscita di classifica già nei primi appuntamenti.

I piazzamenti di Vincenzo Nibali al Giro d’Italia: 6 podi, mai un ritiro e sempre in top20

Gli azzurri in grado di andare a segno non finiscono certo qui; l’inizio di stagione di Alessandro Covi ci ha consegnato un corridore in grado di puntare al successo su territori mossi, con strappi e brevi salite, di cui il Giro sarà ricco. Lo stesso discorso potrebbe valere anche per Andrea Vendrame, vincitore lo scorso anno a Bagno di Romagna, così come per Vincenzo Albanese o Lorenzo Rota, senza dimenticare Filippo Zana e ovviamente Diego Ulissi, sempre tra i migliori in gruppo negli arrivi su strappi brevi ed esplosivi.

Anche dalle volate potrebbe arrivare qualche soddisfazione, con le speranze azzurre affidate quasi esclusivamente al grande veterano Giacomo Nizzolo, “lasciato solo” dalla decisione della INEOS di non portare Elia Viviani alla Corsa Rosa. L’ex campione europeo è finalmente riuscito a sbloccarsi lo scorso anno, dopo anni ed anni di piazzamenti e vittorie sfiorate. Anche Alberto Dainese potrà provarci, ma la concorrenza è tanta e di buona qualità. Gli avversari da battere saranno velocisti del calibro di Caleb Ewan, Mark Cavendish ed Arnaud Demare.

Al netto di possibili fughe arrivate in porto, dove tanti azzurri cercheranno di infilarsi, le migliori chance di successo per gli italiani potrebbero arrivare nelle due cronometro previste nelle tre settimane, anche se dei tratti di salita piuttosto duri in entrambi i percorsi potrebbero modificare i rapporti di forza. Edoardo Affini è sicuramente tra i migliori cronomen al via e lo stesso si può dire anche di Matteo Sobreo. I contendenti più pericolosi risponderanno ai nomi di Tom Dumoulin, Tobias Foss e Joao Almeida.

Foto: LaPresse

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