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Ciclismo
Giro d’Italia 2022: da 32° a 8°. La rimonta di Vincenzo Nibali in classifica: mirino su podio, Coppi e Bartali
Martedì 10 maggio 2022, quarta tappa del Giro d’Italia: Avola-Etna. E’ il primo arrivo in salita della Corsa Rosa. Vincenzo Nibali, il più atteso, eroe intoccabile sul suolo natìo, viene respinto dal vulcano. Non tiene il passo dei migliori, si stacca quasi subito ed il verdetto finale è impietoso: 32° in classifica a 4’16” dalla maglia rosa Juan Pedro Lopez. “Nibali non è qui per la classifica, non era il suo obiettivo“, ci spiegava il giorno dopo Beppe Martinelli, ds dell’Astana. Eppure, solo il giorno prima, il papà del siciliano aveva rivelato al Processo alla tappa che “Vincenzo alla classifica ci pensa, eccome!“. I genitori non mentono mai…
21 maggio 2022, quattordicesima tappa: Santena-Torino. Il fuoriclasse italiano dà letteralmente spettacolo nella frazione più entusiasmante (per ora) della Corsa Rosa. Fa selezione sul Superga, scatta sul Colle della Maddalena, sembra ringiovanito di almeno tre anni: un Nibali così non si vedeva in effetti dal 2019 e, sinceramente, pensavamo che non lo avremmo più rivisto. Il tempo logora il fisico, tuttavia la classe non tramonta. Lo Squalo sta dispensando brividi veri, ancora più intensi perché regalati al crepuscolo di una carriera irripetibile. La rimonta in classifica generale è evidente, eclatante, indiscutibile: 8° a 2’58” dalla maglia rosa Richard Carapaz. In dieci tappe ha recuperato ben 24 posizioni. La sensazione è che possa spingersi ancora oltre.
Da giovane Vincenzo Nibali era un fenomeno nella terza settimana dei Grandi Giri grazie a delle doti di recupero con pochi eguali al mondo. Ciò non è avvenuto nel biennio (atipico) 2020-2021. La resistenza del messinese sarà intatta anche a 37 anni? Riccardo Magrini, come ci ha spiegato nella Fagianata, ne è convinto: “Il recupero fisico ce l’ha anche a 37 anni, quella è una dote. Se sta così, nella terza settimana ci farà godere“. Di sicuro il ritorno in Astana, squadra con cui ha ottenuto i maggiori successi della sua carriera, peraltro sotto l’ala protettiva del ds Giuseppe Martinelli, sembra aver veramente rinvigorito il più grande campione del ciclismo italiano nel Nuovo Millennio.
Dando uno sguardo alla classifica generale, il tedesco Emanuel Buchmann e lo spagnolo Pello Bilbao appaiono alla portata del siciliano, dai quali deve recuperare rispettivamente 1’00” e 1’06”. Poi i distacchi diventano più importanti: 1’57” da Domenico Pozzovivo, alle prese con il mal di schiena e sin qui eroico, 1’59” dallo spagnolo Mikel Landa. Sulla carta un gap troppo elevato da recuperare ad uno scalatore puro come l’iberico, anche se sin qui il capitano della Bahrain-Victorious non ha convinto sino in fondo. Il podio al momento è distante, ma non irraggiungibile: Joao Almeida a 2’28”, Jay Hindley a 2’51” e Richard Carapaz a 2’58”. Per quanto visto sinora, Hindley e Carapaz appaiono difficilmente raggiungibili, mentre più abbordabile sembra la corsa su Almeida, costantemente in affanno quando la squadra sale. Senza i 2’25” persi sull’Etna, quando non aveva ancora trovato il giusto colpo di pedale, oggi lo Squalo sarebbe in corsa per la vittoria finale. Ammesso che non lo sia ancora: se c’è qualcuno in grado di inventare l’impossibile, questi è proprio il capitano dell’Astana, anche a 37 anni. E questo gli avversari lo sanno bene, per questo lo marcheranno stretto.
Un eventuale podio consentirebbe inoltre a Vincenzo Nibali di raggiungere Fausto Coppi, Gino Bartali e Gilberto Simoni a quota sette top3 in carriera nella Corsa Rosa. Meglio di loro ha fatto il solo Felice Gimondi con nove. Si tratterebbe di un traguardo speciale nell’ultimo Giro d’Italia della sua vita. Ma siamo sicuri che lo sia per davvero? Lo Squalo ha annunciato il ritiro a fine stagione, eppure c’è già chi lo sta implorando di proseguire almeno sino alla Parigi-Roubaix 2023. Di certo risultati come quello odierno potrebbero anche insinuare il dubbio del ripensamento.
Foto: Pier Colombo