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Giro d’Italia 2022, Gianni Savio: “Non andiamo in fuga per la pubblicità. Nibali lascerà il segno, Pozzovivo l’avrei voluto”

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Abbiamo raggiunto telefonicamente a Jesi, a conclusione della decima tappa del Giro d’Italia 2022, il patron della Drone Hopper-Androni Giocattoli Gianni Savio ed insieme a lui abbiamo stilato un bilancio fino ad oggi di questa edizione della Corsa Rosa e della sua squadra, sempre all’attacco. Un vero e proprio marchio di fabbrica.

Che idea ti sei fatto sino ad ora di questo Giro?

“E’ un Giro a mio avviso che non ha un grande favorito e questo lo dissi sin dall’inizio. Non ci sono i big e quindi un corridore come Pogacar o Bernal, ma credo che questo rechi maggior interesse. Al Giro comunque non ci sono ciclisti di secondo piano perché sono ottimi corridori”. 

La tua è una squadra sempre all’attacco. Le fughe sono il vostro marchio di fabbrica… 

“Esattamente. Noi in questo Giro abbiamo tre obiettivi: una vittoria di tappa, molto difficile da ottenere, visto la presenza di squadre World Tour, la classifica finale dei traguardi volanti per poter salire sul podio di Verona così come fatto l’anno scorso a Milano e il terzo obiettivo, quello più alla nostra portata, i chilometri in fuga. Mattia Bais sotto questo profilo è stato molto bravo e spero che possa continuare così. Ho sentito anche qualche critica inerente a queste fughe, ma se noi vogliamo raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo fare così. E’ vero che in una tappa pianeggiante per velocisti diventa molto difficile far arrivare la fuga, ma noi ci dobbiamo provare sempre. Abbiamo vinto centrando alcune fughe, mi viene in mente Fausto Masnada che ha vinto tre anni fa a San Giovanni Rotondo dopo una giornata all’attacco. Qualcuno dice che noi puntiamo alle fughe solo per motivi pubblicitari, ma ti assicuro che non è così. Sono i fatti che contano”.

Tesfatsion punterà a qualche tappa?

“Certamente. Domenica purtroppo è caduto quando era in testa da solo ma sarebbe stato ripreso, il gruppo andava davvero forte. Vedremo le prossime tappe come andranno, viviamo alla giornata. E’ molto giovane e corre in modo un po’ naif”.

Da Nibali che cosa ti aspetti?

“Mi aspetto che possa lasciare il segno e quindi dove poter centrare una tappa e terminare la sua carriera in modo splendido anche se un corridore come Nibali non ha bisogno di vincere adesso al Giro per essere ricordato come un grande campione. Lui oltre ad essere un fuoriclasse è una grande persona che ha sempre mantenuto una semplicità e umiltà e non è una cosa così scontata. I tifosi vogliono bene a Vincenzo anche per questo. Al momento nel panorama italiano ci sono dei buoni corridori, ma nessuno in grado di essere il dopo-Nibali”. 

Pozzovivo è stato un gregario straordinario per Girmay. Domenico che punta anche alla generale… 

“Domenico è veramente un grande esempio di professionalità. E’ determinato, è l’esempio di una persona che è caduta tante volte e si è sempre rialzata. A quasi 40 anni si sta confrontando con atleti che potrebbero essere quasi suoi figli e sta dimostrando tanto. Io Pozzovivo in una squadra come la nostra l’avrei preso al volo, però è bene che Domenico sia nella sua squadra. Purtroppo non abbiamo così tanto budget e noi i corridori li dobbiamo scoprire e non prendere quelli che si sono già realizzati”.

Chi vedi come favorito di questa edizione?

“Richard Carapaz e Romain Bardet”.

E Almeida?

“Il ciclismo è affasciante perché imprevedibile e un corridore come Almeida nella terza settimana potrebbe venire fuori. Secondo me sino ad ora si è visto chi non vincerà il Giro e quindi è una lotta aperta. Manca il manca il faro, il grande nome”.

Foto: Lapresse

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