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Ciclismo
Giro d’Italia 2022, la crisi nera di Richard Carapaz. L’ecuadoriano si pianta sulla Marmolada, crollo inatteso
Alla fine il ribaltone è arrivato sulla Marmolada. Fino agli ultimi tre chilometri dell’ultima tappa in linea del Giro d’Italia 2022 sembrava esserci il nome di Richard Carapaz sul Trofeo Senza Fine, invece l’ecuadoriano della Ineos-Grenadiers ha vissuto una crisi inattesa, con la sua maglia rosa che, pedalata dopo pedalata, gli è stata portata via con estremo merito da Jai Hindley (Bora-Hansgrohe).
In quello che doveva essere il vero e proprio tappone della Corsa Rosa, per lungo tempo si è assistito al solito copione visto in queste tre settimane: il gruppo che se l’è presa comoda su Passo San Pellegrino e Passo Pordoi, con la Bahrain-Victorious a fare un’andatura non troppo forte, tanto che in pochissimi si sono staccati prima dell’ultima salita.
Poi arriva la Marmolada. Si inizia ad accelerare e il gruppo si assottiglia sempre di più, con il solito terzetto Landa-Carapaz-Hindley a sfidarsi. L’iberico è il primo a provarci, ma poi è il capitano della Bora-Hansgrohe a tentare un attacco più convinto, sapendo di poter incontrare Lennard Kamna poco dopo. L’oro olimpico di Tokyo sembra avere la gamba per gestire, ma d’improvviso scoppia, non tenendo più il ritmo dell’australiano che si invola verso la più che probabile vittoria del Giro avendo accumulato 1’25” su Carapaz.
Ma a cosa è dovuto questo crollo verticale da parte dell’ecuadoriano? Nelle giornate precedenti non aveva mai dato l’impressione di apparire in difficoltà in salita, e le parole di ieri, in cui faceva intendere che “anche i tre secondi di vantaggio me li faccio andar bene per la crono”, sembravano una dimostrazione di sicurezza nei propri mezzi.
Forse è venuta meno la cosiddetta ‘abitudine allo sforzo’: l’ultima corsa di Carapaz prima del Giro risaliva a fine marzo, alla Vuelta a Catalunya. 40 giorni di inattività agonistica che possono essersi fatti sentire proprio nel momento peggiore, quando ci si giocava davvero la maglia rosa. O magari, senza veri e propri tentativi di attacco nei suoi confronti, sia per rispetto che per paura di saltare, era una eventualità di cui lo stesso Carapaz era a conoscenza.
Un finale di giornata amarissimo per il capitano della Ineos, iniziata con l’essere diventato il ciclista sudamericano con più maglie rosa nella storia dopo aver superato il compagno di squadra Egan Bernal. Il distacco di 1’25” da Hindley sembra davvero difficile da ricucire, anche se le sue qualità a cronometro sono indubbie: il secondo Giro d’Italia in carriera, a cui arrivava da principale favorito, sembra davvero un’utopia, a soli 17,7 chilometri dal traguardo di Verona.
Foto: LaPresse