Ciclismo
Giro d’Italia 2022, Stefano Oldani: “Tutti curavano Van der Poel. La Alpecin mi ha dato tanto”
Arriva la prima vittoria tra i professionisti per Stefano Oldani, un trionfo particolarmente speciale ottenuto quest’oggi in occasione della dodicesima tappa del Giro d’Italia 2022, che ha portato i corridori da Parma a Genova lungo 204 km totali.
La frazione odierna della Corsa Rosa è stata decisa in una volata finale a tre che ha visto come protagonisti due azzurri, Stefano Oldani (Alpecin-Fenix) e Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), e l’olandese Gijs Leemreize (Jumbo-Visma). La fuga è andata a buon fine, arrivando a tagliare per primi il traguardo.
Si sono studiati, hanno provato diverse strategie (provando anche per certi versi a beffare gli avversari, tentativo non andato a buon fine da parte di Leemreize) ma alla fine Oldani, classe 1998, ha avuto la meglio nel testa a testa sul finale con Lorenzo Rota. Nessuno dei tre aveva ancora vinto tra i professionisti, l’azzurro ha scelto l’occasione giusta per raggiungere questo traguardo.
Queste le dichiarazioni di Stefano Oldani ai microfoni della Rai, commentando la vittoria più importante della sua carriera: “Quando ho tagliato il traguardo e ho capito di aver vinto una tappa al Giro mi sono steso a terra per l’ondata di emozioni che ha pervaso il mio corpo, non sono riuscito a trattenermi; ho lavorato duro per arrivare fino a qui, volevo questo risultato. Già all’Etna (quarta tappa del Giro, ndr) ci ho provato, mi ero ritrovato in fuga da solo e non è andata bene; da lì non è cambiato nulla, la mentalità è sempre la stessa, do il massimo in ogni occasione. Il raggiungimento di questo traguardo mi ripaga tanti sacrifici, tanto duro lavoro, è davvero gratificante“.
L’apporto della squadra si è rivelato fondamentale per la vittoria odierna; non solo per la strategia, ma anche (e soprattutto) per il continuo confronto, il sostegno, con l’intento di crescere costantemente come corridore: “Questa è stata non una vittoria di squadra, di più! Sapevamo che Mathieu (Van der Poel, ndr) avrebbe giocato un ruolo importante in fuga, tanti avrebbero preso lui come riferimento. Quando sono partito in realtà l’intento era aiutare lui e ricucire il buco su Lorenzo Rota; poi però siamo rimasti noi, ci siam messi d’accordo arrivando fino alla fine. Con questa squadra sto crescendo come non mai: ci sono stati degli errori, per esempio quando sono partito troppo presto sull’Etna, ma li abbiamo rivisti, ne abbiamo discusso in maniera costruttiva e alla fine oggi ho vinto“.
Al termine della premiazione, l’azzurro è stato protagonista di un salto nel passato e, con lui, Stefano Garzelli: “Ricordo perfettamente quando incontrai per la prima volta ‘Il Garzo’; ero un bimbo che lo guardava con profonda ammirazione e sperava di diventare un corridore professionista come lui. Ora ho vinto una tappa al Giro, è particolarmente emozionante. Devo dire che è bello vedere bimbi qui, ad assistere, mi immedesimo e ripenso a quello che sognavo“.
Queste le sue parole, invece, riguardo alle sue caratteristiche da corridore e alla mentalità giusta da avere sia in gara che fuori, con un focus in particolare sul credere in se stessi: “Me la sono sempre cavata in salita, negli ultimi anni non mi sono focalizzato tanto sulle salite o sulle prove a cronometro però è vero, non vado piano. Se magari un giorno qualcuno dovesse vedere in me un possibile scalatore o un corridore da classifica io sono sempre molto disponibile, e credo tanto in quello che dicono le persone più esperte di me. Qualcuno mi dice che non credo nelle mie stesse potenzialità, ma ultimamente ho imparato a seguire il mio istinto. A volte non rischio per la paura di sbagliare, è un ciclismo in cui anche una minima energia può giocare a sfavore; tuttavia, non voglio pensare troppo, anzi: voglio osare, divertirmi, e alla fine il successo è arrivato. Vincere ancora? Certo, ci riproverò!“.
Foto: LaPresse