Ciclismo
Giro d’Italia 2022, sul Blockhaus si fa sul serio: i big che vorranno strappare la maglia rosa a Juampe Lopez
La prima settimana del Giro d’Italia 2022 si conclude col botto. Nona tappa e nuovo arrivo in salita sul Blockhaus che, preceduto dal temibile Passo Lanciano, mieterà sicuramente delle vittime. Con conseguente stravolgimento della classifica generale che, al momento in cui scriviamo, vede in maglia rosa Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo).
L’iberico si è dimostrato emozionatissimo e soprattutto felice di vestire sino ad oggi il simbolo del primato, che oggi potrebbe perdere definitivamente. Al momento l’uomo di classifica più vicino a lui è Guillaume Martin (Cofidis); in pochi lo avrebbero detto dopo la tappa dell’Etna, in cui si è beccato un minuto e mezzo dal gruppo dei migliori, ma ieri a Napoli ha confermato le sue doti di attaccante infilandosi immediatamente nella fuga giusta e portandola a compimento, guadagnando invece tre minuti. Oggi dovrà fare i conti con l’inevitabile stanchezza per un’intera giornata al vento.
Chi potrebbe dunque strappare la maglia rosa a Juan Pedro Lopez? I nomi sono i soliti, i big che puntano al successo finale: in primis c’è Simon Yates, che al momento si sta comportando come un giocatore di poker professionista. Nell’intervista di ieri ha parlato di un dolore al ginocchio procuratosi dopo una caduta nelle battute iniziali della tappa dell’Etna; verità o pretattica, per scoprirlo gli avversari dovranno fare call.
Come Richard Carapaz, che invece nella frazione di Potenza aveva tentato una piccolissima sortita per saggiare la gamba del britannico, forse l’unico momento in cui si è mosso qualche grande nome di classifica. Chissà che Romain Bardet del Team DSM non possa smuovere le acque sulla discesa del Passo Lanciano, portandosi dietro un Joao Almeida o un Mikel Landa.
Sta di fatto che oggi la maglia rosa potrebbe e dovrebbe cambiare padrone; se così non fosse, avremmo probabilmente in ‘Juampe’ Lopez un nuovo nome per i Grandi Giri. Immobilità permettendo, ma che oggi non ci auguriamo.
Foto: LaPresse