Ciclismo
Giro d’Italia 2022, Van der Poel fa lavorare i velocisti, stacca Cavendish e Ewan, poi si perde lo sprint
La quinta tappa del Giro d’Italia 2022 ci ha offerto sul traguardo di Messina il secondo sprint di gruppo. Ad uscirne vincitore è stato il francese Arnaud Demare, più lesto di tutti ad approfittare dell’assenza di quelli che sono probabilmente i due velocisti più forti di questa edizione, Cavendish e Ewan, staccatisi sull’unico GPM di giornata.
Si sapeva che la salita di Portella Mandrazzi poteva rappresentare un ostacolo durissimo per le ruote più veloci, ma al contempo serviva una squadra che potesse avere interesse ad alzare l’andatura in quel tratto per provare a fare selezione. Tutti gli indizi portavano alla Alpecin-Fenix di Mathieu Van der Poel, sicuramente non in difficoltà sulle semplici pendenze da affrontare. La squadra belga non ha deluso le aspettative, mettendosi in testa già nei primi km di ascesa.
È bastata un’accelerazione decisa per mettere in crisi Caleb Ewan e Mark Cavendish, oltre che per dare spettacolo in una tappa che rischiava di scivolare via senza particolari motivi di interesse. La squadra di Van der Poel, oggi in Maglia Ciclamino, ha lavorato per tutta la salita, tenendo un’andatura costante che ha messo in difficoltà anche lo stesso Demare, poi rientrato dopo la discesa.
Era evidente quindi che il neerlandese avesse puntato forte su questo arrivo, riuscendo anche nell’obiettivo di staccare i due più temibili avversari. Poi però se andiamo a leggere l’ordine di arrivo, per trovare il nome di Mathieu Van der Poel dobbiamo scendere fino al 78° posto.
I suoi piani sono purtroppo andati in fumo a 500 metri dal traguardo mentre stava provando a risalire posizioni. La preparazione di oggi è stata estremamente caotica, forse più del solito ed in questo caos Van der Poel è rimasto completamente bloccato da uno scarto a sinistra di un uomo della Israel Premier Tech che gli ha tagliato la strada, costringendolo a frenare bruscamente. In quel momento ha evidentemente smesso di pedalare, rendendosi conto che ormai per la vittoria era troppo indietro.
Foto: LaPresse