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Giro d’Italia 2022, Wladimir Belli: “Carapaz favorito, Nibali può inventare. Vorrei Pozzovivo sul podio, ma è difficile”

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Oggi potrebbe essere una delle tappe decisive dell’edizione 105 del Giro d’Italia. Si dà il via alla terza settimana, dopo il giorno di riposo, e per i corridori si prospetta una stage molto impegnativa: la Salò-Aprica che annovera erte di un certo rilievo per la storia del Giro come il Passo del Mortirolo e la la salita di Santa Cristina, senza contare l’ascesa di Goletto di Cadino (20 km al 6,2% con punte del 12%) e lo strappo di Teglio (5,6 km all’8,2%).

Si riprende con l’alfiere della INEOS Grenadiers, Richard Carapaz, in Maglia Rossa a precedere di 7″ l’australiano Jai Hindley (BORA – hansgrohe) e di 30″ il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). In casa Italia si può sorridere per i piazzamenti dei veterani Domenico Pozzovivo (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) quinto a 1:01 e di Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) ottavo a 2:58.

Ad analizzare quello si prospetta nella citata terza settimana del Giro, in particolare la 16ma tappa, è stato Wladimir Belli, ex corridore di alto livello, dirigente sportivo e commentatore tecnico di Eurosport, nel corso dell’ultima puntata di Sport2day Speciale Ciclismo condotta da Francesca Cazzaniga.

Giro d’Italia 2022, il borsino della sedicesima tappa: lotta tra i big nel tappone alpino, Carapaz favorito ma occhio a Yates

Belli, che sedicesima tappa si aspetta in questo Giro d’Italia?

Una sedicesima tappa in cui il meteo potrebbe condizionare i corridori ed essere ancor più decisiva per la classifica generale. Ci potrebbero essere distacchi importanti visto che ora la situazione non è così chiara. Ora come ora non c’è un vero padrone e il fatto che Carapaz sia andato a sprintare nell’ultima tappa per guadagnare uno/due secondi la dice lunga. Parliamo di una tappa a cinque stelle, con salite che hanno fatto la storia del Giro: Mortirolo e Santa Cristina. Una tappa in cui chi avrà la gamba giusta potrà fare la differenza per ribaltare la corsa o confermarsi al vertice”. 

In queste due settimane quale corridore ha stupito?

Direi Hindley per il suo temperamento in corsa e il modo di guidare la sua squadra. Penso che nelle tappe dure di questo Giro dovrà stringere i denti, ma non lo vedo affatto fuori dai giochi. Poi mi ha sorpreso Lopez per come ha tenuto la Maglia Rosa e poi onore al merito ai nostri senatori, Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo“.

Cosa possiamo dire di Nibali e Pozzovivo a tal proposito?

Vincenzo ha pagato nella tappa dell’Etna, ma è un corridore con grande fondo e sa sempre inventarsi qualcosa soprattutto in condizioni meteo complicate perché uno che sa andare in discesa e guidare la bicicletta. Pozzovivo è straordinario per il suo modo di correre visto che era rimasto anche senza squadra. Mi piacerebbe che finisse sul podio a Verona, ma so che è difficile

Italia che nelle prime tappe ha sofferto, ma poi sono arrivate tre vittorie con Alberto Dainese (11ma tappa), Stefano Oldani (12ma tappa) e Giulio Ciccone (15ma tappa). Il suo pensiero a riguardo?

E’ vero, tanta sofferenza nelle prime tappe perché si era appesi alle prestazioni di Nibali e Pozzovivo, con Vincenzo che annunciava anche il suo ritiro a fine stagione. Poi sono arrivate questi tre successi che un po’ ci hanno confortato. Ciccone poi è stato anche un po’ polemico per le critiche. Io credo che se si parte per fare classifica è normale che ciò accada. Per cui, un conto è vincere una tappa pur impegnativa come quella di Cogne, ma in una fuga senza valenza di classifica; un altro è battere i big in uno scontro frontale. E’ giusto però dare atto a Ciccone di avere carattere, perché pur uscito di classifica ha voluto dare dei segnali“.

Negli ultimi giorni la discussione sull’uso delle camere ipobariche è stata alimentata da Oldani che, per quanto è previsto in Italia, non può fare uso di questi mezzi, mentre i suoi compagni di squadra sì. Che cosa ne pensa? 

Il discorso è lungo e complesso. Io non sono un medico, ma chiaramente c’è una disparità da questo punto di vista rispetto ad altre nazioni. Ma qui è il Ministero della Salute che impone l’impossibilità a usare certi strumenti. Gli altri Stati dicono che non faccia male? Non lo so, è difficile. E’ un campo minato, anche perché quando si inizia a trovare dei metodi sanitari si può dire che il ciclismo abbia fatto un passo indietro“.

Favorito per la vittoria finale?

Direi Carapaz perché ha una squadra forte, è un corridore che ha già vinto questa corsa e ha dalla sua la tranquillità giusta per imporsi“.

Una battuta su Lorenzo Fortunato (19° in classifica). Che idea si è fatto?

Ne ho parlato con Basso e Contador e mi hanno detto che hanno scelto di fargli fare classifica per una questione di esperienza. Personalmente avrei optato per un qualcosa di diverso, dandogli modo di essere più libero e di giocarsi qualche vittoria di tappa“.

VIDEO INTERVISTA A WLADIMIR BELLI

 

Foto: Olycom LaPresse

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