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Masters 1000 Madrid 2022: Djokovic-Murray, le supersfide di Sinner e Musetti, le semifinali femminili. Lo spettacolo del giovedì

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Quella odierna potrebbe essere una delle giornate più incredibilmente intense a Madrid, dove il Masters 1000 e il WTA 1000 spagnolo vanno in scena con ottavi di finale e semifinali rispettivamente. C’è carne al fuoco a volontà per ogni genere di discussione tennistica che si possa pensare.

In particolare, il programma inizia con una delle sfide storiche degli ultimi vent’anni di tennis, quella tra Novak Djokovic e Andy Murray. Il serbo e lo scozzese si sono affrontati per non meno di 36 volte, con un bilancio di 25-11 per il primo. Per le loro vicissitudini, però, non si affrontano addirittura dalla finale di Doha nel 2017. Era dal 2008 (Montecarlo) che non si incrociavano a livello di ottavi, e dal 2015 che un confronto tra loro due non corrispondeva ad una finale. E di ultimi atti Slam i due ne hanno giocati otto uno contro l’altro, con bilancio di 6-2 in favore dell’attuale numero 1 del mondo. Quest’ultimo è l’ovvio favorito in questa fattispecie, ma fa piacere rivedere il nativo di Dunblane da queste parti. Un Djokovic-Murray, semplicemente, quasi oscura tutto il resto delle partite, anche se queste sono interessanti (Nadal-Goffin e Norrie-Alcaraz, per rimanere sulle questioni di campo centrale intitolato a Manolo Santana).

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L’Italia ha di che guardare questo giovedì. Lorenzo Musetti è il primo a scendere in campo, e dovrà provare a limitare le bordate di Alexander Zverev. Può farlo, perché può opporre al tedesco la variabilità del suo tennis, che ha spesso messo in difficoltà una gran quantità di big, fino all’uomo che è ancora attualmente in vetta al ranking ATP. Da non dimenticare nemmeno il forte stimolo mentale che si produce nel toscano quando gioca queste partite, quelle per cui vive e alle quali vuole essere sempre più abituato.

Per quanto riguarda Jannik Sinner, invece, il discorso è più di gioventù, ma anche di top ten: la può riguadagnare battendo il canadese Felix Auger-Aliassime, che sta pian piano guadagnandosi un suo posto nei club più elitari di questo sport. L’altoatesino è apparso ben centrato contro l’australiano Alex de Minaur, ormai vittima piuttosto abituale visto che ora il conto precedenti recita 4-0 con un solo set perso. Contro il classe 2000 di Montreal, invece, di precedenti non ce ne sono, ma è una partita attesissima dagli osservatori di un futuro ormai sempre più vicino del tennis.

Semifinali femminili, si diceva. C’è il paradosso della prima, perché se ad oggi la tunisina Ons Jabeur è favorita in maniera ben più che legittima, è altrettanto vero che i precedenti dicono 6-1 in favore della russa Ekaterina Alexandrova, benché sei confronti si siano giocati tra 2016 e 2018 e l’ultimo, di fine 2021, si è chiuso con un ritiro della numero 10 del mondo. In breve, è una storia di cose da inquadrare nell’attuale verso, con beneficio d’inventario corretto.

Mai si sono incontrate, invece, la svizzera Jil Teichmann e l’americana Jessica Pegula, con la prima sempre più in grado di assurgere al ruolo di ulteriore sorpresa. Quanto a Pegula, può arrivare a 28 anni alla finale più importante della sua carriera, e per di più sulla superficie che sta conoscendo sempre di più, come stanno a dimostrare i risultati del 2021 (tra cui i quarti al Foro Italico di Roma).

Foto: LaPresse

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