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MotoGP, nessuno come Enea Bastianini nella gestione delle gomme. Ma per il Mondiale è ancora troppo incostante

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Nell’odierno Gran Premio di Francia, Enea Bastianini ha fornito un’impressionante dimostrazione di forza, dando la sensazione di essere in assoluto controllo della situazione sin dalle prime fasi. Sicuramente la buona partenza e la caduta di Alex Rins, che ha tolto di mezzo una moto da scavalcare, hanno facilitato il compito. Tuttavia i meriti del ventiquattrenne riminese sono indiscutibili. L’alfiere del Team Gresini ha pazientemente ricucito lo strappo da Jack Miller, ha aspettato il momento giusto per sorpassarlo, senza farsi prendere dalla foga. Quindi ha reiterato il processo con Francesco Bagnaia, approfittando degli errori del piemontese per andare a conquistare una vittoria da applausi.

Ancora una volta, Bastianini ha fatto leva sul piatto forte della casa, ovvero la capacità di gestire gli pneumatici. Enea ha un modo di guidare la sua moto che gli consente di essere “gentile” con gli pneumatici, un vantaggio significativo soprattutto nei finali di gara. È il segreto del suo successo, che poi tanto segreto non è, perché è una qualità ben risaputa. Definiamola allora la sua firma vincente, in quanto le tre affermazioni stagionali sono tutte arrivate allo stesso modo, sorvolando la concorrenza nella fase conclusiva dei Gran Premi.

Agatha Christie diceva che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Quindi Lusail poteva essere un episodio, ma Austin iniziava a essere una tendenza interessante. Le Mans, invece, si tramuta in una certezza. Il riminese è diventato una solida realtà della MotoGP e, ora come ora, va considerato un pretendente al titolo iridato, seppur di rincorsa. Dopotutto ha solo 8 punti di ritardo dal leader della classifica generale Fabio Quartararo… Alt! I conti, teoricamente, non tornano. Com’è possibile che un pilota capace di vincere 3 gare su 7 quando nessun altro avversario è ancora riuscito a bissare un proprio successo non sia leader indiscusso della graduatoria assoluta?

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Ebbene, la risposta è semplice. Bastianini, purtroppo, manca brutalmente di continuità. Alla vittoria di Lusail hanno fatto seguito l’undicesimo posto di Mandalika e il decimo di Rio Hondo. Dopo il trionfo di Austin sono arrivate la caduta di Portimao e l’ottava piazza di Jerez de la Frontera. Oggi, invece, un’altra affermazione. Insomma, sinora Enea ha vinto una gara su tre, ma ha raccolto le briciole nelle altre due. Con un rendimento del genere non si può ambire al titolo. In questo momento “La Bestia” ricorda tanto il Quartararo del 2020, quello da “tutto o niente”, perché o vinceva o implodeva.

El Diablo è evoluto rapidamente, sino a diventare la roccia attuale (un solo errore negli ultimi 25 GP disputati, peraltro a titolo 2021 già vinto!). Saprà fare altrettanto Bastianini? Non necessariamente nel 2022, perché non gli si può chiedere di vincere il Mondiale correndo in una squadra satellite e con una moto più datata delle altre (anche se va rimarcato come, in Francia, Ducati abbia portato degli aggiornamenti anche per lui). A questo punto è però difficile non vederlo nel Factory Team di Borgo Panigale nel 2023, anno in cui il titolo potrebbe non essere solo un bel sogno, bensì un obiettivo concreto.

Foto: MotoGPpress.com

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