Senza categoria

MotoGP, Takaaki Nakagami: “In Honda tutto gira attorno a Marquez, se lui dice ‘no’ vale così per tutti”

Pubblicato

il

“Tutto dipende dalle indicazioni di Marc Marquez. Se dice ‘no’ a qualcosa, vuol dire che è un ‘no’ per tutti i piloti Honda”. Parole e musica di Takaaki Nakagami. Il pilota del team LCR Honda, non le manda certo a dire, né nei confronti del colosso di Saitama, né in direzione dell’otto volte campione del mondo, descritto in maniera pressoché “dittatoriale”, quantomeno a livello tecnico, dal trentenne nativo di Chiba.

Il portacolori della scuderia di Lucio Cecchinello, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, non digerisce il modo di ragionare della HRC. A suo dire, infatti, la Casa giapponese punta troppo, o forse tutto, sulle indicazioni del Cabroncito. Un binomio che, ad onor del vero, in dieci anni ha fruttato titoli a raffica per Honda Repsol e per il pilota spagnolo, ben sei in MotoGP, con quattro nella clamorosa striscia 2016-2019. E, giova ricordarlo, senza l’incidente di Jerez 2020, probabilmente sarebbero stati anche di più…

Discorsi che, passando al presente, non convincono in toto Takaaki Nakagami. Nonostante il nativo di Cervera negli ultimi mesi sia stato più concentrato, suo malgrado, dalla ripresa dopo le tre operazioni al braccio destro, ed alle due occasioni nelle quali si è presentata la diplopia, la sua leadership tecnica non è minimamente scalfita. E, a quanto pare, provoca qualche fastidio specialmente ai team satellite.

MotoGP, Ducati ha “barato” a livello di pressione delle gomme a Jerez? Luigi Dall’Igna: “Non scherziamo…”

“Tutto dipende dalle indicazioni di Marc. Se dice ‘no’ a qualcosa, vuol dire che è un ‘no’ per tutti i piloti Honda. Se qualcuno dice di sì, ma Marquez dice di no, allora significa ancora no”. Una direzione del lavoro che, gioco forza, non dà una mano a chi dispone di uno stile di guida diverso rispetto al numero 93: “Nel team ufficiale c’è ancora l’opportunità di intraprendere una strada completamente diversa, ma questo non è possibile in una formazione satellite. A volte è difficile, troppo difficile da accettare, ma bisogna adattarsi”.

Credit: MotoGP.com Press

Exit mobile version