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Pagelle Giro d’Italia 2022: Nibali e Pozzovivo già oltre le attese. Landa non incide, Almeida è più da Tour de France

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PAGELLE GIRO D’ITALIA 2022 (sedicesima tappa)

Giulio Ciccone, 5: era ancora stanco dopo la vittoria di domenica, ci sta. Tuttavia commette l’imperdonabile errore tattico di farsi scappare via Bouwman durante l’avvicinamento al Passo del Mortirolo. Il sogno di ambire alla maglia azzurra, probabilmente, è sfumato in quel momento.

Koen Bouwman, 7,5: il suo obiettivo è la maglia azzurra e corre in maniera impeccabile per raggiungerla. Sul primo GPM termina secondo alle spalle di Ciccone, poi è bravo a sorprendere l’abruzzese e si toglie il lusso di transitare per primo sul Mortirolo.

Jan Hirt, 8: il ceco, tra gli attaccanti, è quello che ha saputo gestire meglio le energie. Un successo di esperienza, correndo di rimessa ed attendendo il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo.

Thymen Arensman, 7,5: fin troppo generoso, ma il secondo posto odierno ha messo in risalto un corridore che in futuro potrà competere seriamente per la classifica nei Grandi Giri.

Jai Hindley, 8: i tre migliori scalatori di questo Giro d’Italia si equivalgono, tanto che nessuno sembra in grado di staccare gli altri due. Eppure l’australiano sembra quello un pelo più fresco. Si sta gestendo alla perfezione, supportato da una squadra solidissima. Rosicchia altri 4″ di abbuono a Carapaz. Il suo spauracchio è Verona: ha già perso una Corsa Rosa nella cronometro finale…

Richard Carapaz, 7,5: l’ecuadoriano resta in maglia rosa, ma il vantaggio diventa sempre più risicato, appena 3″! Che non sia una spanna sopra gli avversari è ormai palese. Però è molto scaltro dal punto di vista tattico, dunque attendiamoci qualche colpo a sorpresa, magari anche un abbuono ai traguardi volanti. In vista della cronometro di Verona, ad ogni modo, non lo vediamo inferiore a Hindley, sostanzialmente si equivalgono anche nelle prove contro il tempo.

Mikel Landa, 6,5: quando mette la squadra a tirare in vista del Valico di Santa Cristina, sembra voler fare fuoco e fiamme. Invece lo spagnolo fa un mezzo scatto che non fa male a Hindley e Carapaz: la classica montagna che ha partorito il topolino. In una corsa così tirata, 59″ dalla vetta sono tantissimi. E se non staccherà in maniera consistente Joao Almeida, rischia di chiudere ai piedi del podio.

Alejandro Valverde, 7: a 42 anni è quinto nella tappa regina. Un monumento senza tempo.

Lennard Kämna, 7: anche oggi tra i più combattivi, accarezza a lungo il sogno di bissare il successo sull’Etna, poi si inchioda dove le pendenze superano il 10%. Se ci lavora, può diventare un corridore da corse a tappe.

Joao Almeida, 6,5: poco, ma perde in ogni tappa di montagna. Ora paga 44″ da Carapaz e 41″ da Hindley, distacchi che potrebbe colmare nella cronometro di Verona, dove potrebbe anche infliggere poco più di un minuto ai rivali. Per sua sfortuna mancano ancora due frazioni di alta montagna dove rischia di lasciare sul piatto altri secondi decisivi. Ad ogni modo si conferma un corridore di grande caratura, pienamente in corsa per il podio. A nostro avviso il lusitano è più da Tour de France che da Giro d’Italia, perché in Francia le pendenze sono quasi sempre più dolci.

Vincenzo Nibali, 7: sul Mortirolo mette la squadra a tirare e sembra un buon segnale. Sul Santa Cristina invece si comprende subito come lo Squalo non sia brillante come a Torino. La pedalata è legnosa, il volto trasfigurato dalla fatica. Riesce a salvarsi con esperienza e perde solo 42″ dai migliori, recuperando altre tre posizioni in classifica generale. Il podio sembra ormai sfumato, ma alzi la mano chi si sarebbe aspettato lo Squalo in top5 a questo punto del Giro. Sarebbe un risultato prestigioso conservare questo piazzamento sino a Verona.

Domenico Pozzovivo, 8: fa tenerezza quando dice “caduta sfortunata, la mia carriera è così“. Spende tantissimo per rientrare sui migliori, inevitabilmente è già al gancio alle pendici del Santa Cristina. Eppure, con esperienza, decide da subito di salire con il proprio passo e, tutto sommato, limita egregiamente i danni, non andando alla deriva. E’ ancora sesto in classifica, potrebbe giocarsi la top5 proprio con l’amico Nibali, distante appena 8”. Ricordiamoci che il lucano ed il siciliano hanno rispettivamente 39 e 37 anni, stanno andando ben oltre ogni più rosea aspettativa.

Pello Bilbao, 5: il serbatoio comincia ad essere in riserva, era già al top della forma al Tour of the Alps.

Emanuel Buchmann, 5: le pendenze sopra il 10% non fanno per lui. Il tedesco è un buon regolarista e nulla più. La top10 nelle corse a tappe è la sua dimensione.

Foto: Lapresse

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