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Pagelle Giro d’Italia 2022: Nibali oltre le attese, bocciati Almeida e Carapaz, a picco Ciccone e Fortunato

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PAGELLE GIRO D’ITALIA 2022, SECONDA TAPPA

Simon Yates, 10: semplicemente allucinante. Il britannico si è sempre difeso nelle prove contro il tempo, ma pensare che potesse addirittura vincere la cronometro era impensabile. Sulla strappo conclusivo ha impressionato, denotando una condizione eccellente. Insieme a Richard Carapaz era il grande favorito per il Giro d’Italia, ora ha già 24″ di vantaggio sull’ecuadoriano: non sono tanti, ma neanche pochi. Ora dovrà confermarsi in salita e, soprattutto, dimostrare di essere incisivo anche nel corso della terza settimana che lo tradì nel 2018.

Mathieu Van der Poel, 9: personalmente ero convinto che l’olandese vincesse in maglia rosa, perché a cronometro non è fermo, tutt’altro. Inoltre il percorso era ideale per esaltarne la potenza. Ci è andato vicino, sfiorando il successo per appena 3 secondi. L’obiettivo principale era conservare il simbolo del primato e lo ha centrato senza problemi. Di sicuro sarà protagonista in tante tappe tra prima e seconda settimana che sembrano disegnate a sua immagine.

Tom Dumoulin, 8: è un cronoman sopraffino, non lo scopriamo oggi. Di sicuro non si sarebbe aspettato di venire battuto da Simon Yates. La forma sembra tornata quella dei giorni migliori, ma forse questo Giro ha troppe montagne per vedere davvero protagonista l’olandese in chiave primissime posizioni della classifica generale.

Matteo Sobrero, 8: il campione italiano della cronometro non sfigura e chiude ai piedi del podio. E’ un corridore completo, che eccelle nelle prove contro il tempo più mosse rispetto a quelle piatte, dunque la prestazione odierna non stupisce. A nostro avviso avrebbe le qualità per mettersi in gioco per la classifica generale, o almeno per provarci, perché in salita non se la cava male, tutt’altro. Però alla BikeExchange sarà chiaramente relegato al ruolo di gregario per Simon Yates.

Tobias Foss, 7,5: chiude sesto a 17″. Segnatevi questo nome, perché il norvegese potrebbe diventare una delle rivelazioni della Corsa Rosa, anche in montagna sa farsi valere.

Wilco Kelderman, 7,5: è una garanzia di regolarità. Conclude settimo, anche se il distacco da un rivale diretto come Simon Yates è importante (17″). Comunque in salita non sarà facile per nessuno staccare l’olandese, quinto al Tour de France 2021.

Joao Almeida, 4,5: era uno dei principali favoriti, termina 11° a 18″ dalla vetta. La corsa del lusitano parte in salita, sulle montagne è un corridore che sale regolare, si difende, ma non ha le caratteristiche per attaccare e staccare i rivali.

Vincenzo Nibali, 9: avremmo firmato per un distacco dello Squalo intorno ai 30″ dal vincitore. Invece alla fine paga appena 19″ ed è 12°, davanti ad uno specialista come Edoardo Affini (voto 5). E’ presto per dire dove potrà arrivare il 37enne siciliano. E’ indubbio che così incisivo a cronometro non si vedeva almeno dal 2019. Si attende ora l’inesorabile responso delle montagne: Etna e, soprattutto, Blockhaus chiariranno le reali velleità dell’infinito fuoriclasse messinese.

Richie Porte, 5: ha perso lo smalto dei bei tempi, in passato si sarebbe divorato una cronometro del genere.

Romain Bardet, 6: discreto, limita i danni e perde 24″. Il francese non è uno specialista delle prove contro il tempo, tutto sommato può sorridere.

Pello Bilbao, 5: uno dei grandi delusi di giornata. Lo spagnolo è stato anche campione nazionale a cronometro, ma oggi non ha trovato il giusto colpo di pedale. All’arrivo accusa un gap di 26″ da Yates.

Richard Carapaz, 5: fino all’intermedio si era difeso egregiamente, poi è letteralmente crollato sullo strappo conclusivo, teoricamente a lui più congeniale. 18″ persi da Yates in 1500 metri (28″ in totale) non sono nulla di irreparabile, ma di certo un pessimo segnale. Sarà chiamato ad un Giro d’attacco.

Mikel Landa, 5,5: non è uno specialista e tutto sommato 33″ dal vincitore non sono neanche così tanti per lui. Lo diventano però se pensiamo che ad essersi imposto è un rivale diretto per la maglia rosa.

Domenico Pozzovivo, 6: a quasi 40 anni il gap di 36″ non è da disprezzare. Il lucano, se starà alla larga da imprevisti meccanici e cadute, potrebbe anche ambire ad una top20 a Verona.

Miguel Angel Lopez, 5,5: altro scalatore puro che non digerisce le cronometro. Per sua fortuna ne resta una sola, il problema è che dovrà già recuperare 42″ a Yates.

Giulio Ciccone, 4: va bene non essere portati per le prove contro il tempo, ma davvero non si intravede il minimo segnale di miglioramento. Paga quasi 5,5″ al km da Simon Yates, un’esagerazione. E’ vero che questo Giro si deciderà in montagna, ma il morale non potrà che essere a terra dopo questa prestazione mediocre.

Lorenzo Fortunato, 4: per il voto, lo precisiamo, non abbiamo voluto infierire. Su di lui si erano create aspettative esagerate, a nostro avviso fuori luogo. Vincere una tappa al Giro d’Italia grazie ad una fuga da lontano, sebbene prestigiosa come quella dello Zoncolan, non significa in automatico poter fare classifica, per niente: sono due mondi agli antipodi. Ieri aveva accusato 48″ all’arrivo, oggi a cronometro chiude 158° a 1’22”. Appare evidente come qualsiasi discorso relativo alla graduatoria complessiva sia surreale. Molto più realistico di puntare (ancora una volta) ad una singola frazione.

Foto: Lapresse

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