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Pagelle Giro d’Italia 2022: Nibali non supera l’esame, Fortunato evapora. All’Italia manca Damiano Caruso

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PAGELLE GIRO D’ITALIA 2022, QUARTA TAPPA

Richard Carapaz, 8: corre con personalità, con il piglio autorevole di chi sa di essere il favorito principale per la maglia rosa. Ha a disposizione la squadra di gran lunga migliore in salita e, giustamente, mette alla frusta la Ineos-Grenadiers sull’Etna. Qualcuno si stacca, altri accumulano fatiche che pagheranno più avanti. Poi sull’arrivo piazza anche uno sprint con cui precede tutti gli avversari per la classifica. Di sicuro l’ecuadoriano sta bene e domenica proverà a lasciare il segno sul Blockhaus.

Romain Bardet, 7,5: brillante, chiude appena dietro Carapaz. Il francese tatticamente è un corridore che potrebbe anche inventarsi qualcosa nei tapponi alpini. La condizione sembra interessante.

Pello Bilbao e Joao Almeida, 6,5: non sembrano brillantissimi, a tratti sembrano sul punto di staccarsi, ma stringono i denti e chiudono con i migliori. Non ci hanno convinto al 100%.

Mikel Landa, 7: non si vede mai, corre nascosto e attende pendenze più arcigne dove potersi scatenare.

Thymen Arensman, 7: classe 1999 di talento, potrebbe diventare una delle sorprese di questo Giro. Oggi ha tenuto il passo dei migliori senza problemi.

Wilco Kelderman, 7: come previsto, sarà difficile per chiunque staccare in salita questo solido regolarista olandese.

Giulio Ciccone, 6: si vede che non è brillante, è al gancio, stringe i denti e almeno non perde contatto dal gruppetto degli uomini di classifica. L’Italia si affida all’abruzzese per un piazzamento dignitoso in classifica generale, ma non sarà per nulla facile.

Pozzovivo, 5,5: va in difficoltà proprio negli ultimi 2 km e perde 19″ dai migliori. Sarebbe ingiusto chiedere al lucano di tramutarsi in salvatore della patria a quasi 40 anni. Se non avrà la classica giornata storta e starà lontano dalle cadute, un obiettivo plausibile può essere quello di chiudere tra i migliori 20 a Verona. Andare oltre sarebbe un miracolo.

Vincenzo Nibali, 4,5: la cronometro di Budapest non ci aveva illuso, era oggi il vero esame e, purtroppo, lo Squalo non lo ha superato, perdendo 2’15” dai migliori. Dopo il 2° posto nel 2019, il fuoriclasse siciliano non è stato più in grado di fare classifica in un Grande Giro. La corsa è ancora lunga, nulla vieta che possa salire di condizione e magari dare l’assalto alla top10. I segnali però non sono incoraggianti, i problemi fisici accusati tra febbraio e marzo (Covid, tonsillite e tanti giorni di allenamento persi) pesano tantissimo.

Lorenzo Fortunato, 4: staccato nella prima tappa, affondato a cronometro, staccato (arriva con Nibali) anche sul suo terreno, la salita (la caduta ad inizio tappa potrebbe averlo condizionato). Le velleità di ambire alla classifica sono tristemente già evaporate. Avrà tempo durante il Giro per inserirsi in una fuga da lontano e provare a vincere una tappa. Questa è la sua dimensione.

Tobias Foss, 4: il norvegese è uno dei grandi delusi di giornata. Poteva essere la sua grande occasione per fare classifica, ma al primo arrivo in salita va subito in crisi.

Tom Dumoulin, 3: non è e non sarai mai più il corridore che vinse il Giro nel 2017.

Lennard Kämna, 9: il tedesco è davvero un grande corridore. Non un semplice cronoman, ma anche un passista scalatore dotato di potenza ed intelligenza tattica. Chissà che in futuro non possa diventare anche un uomo da piazzamenti nelle corse a tappe. Oggi ha vinto con merito, gestendosi nel tratto più duro e poi andando a riprendere Juan Pedro Lopez con una progressione letale.

Juan Pedro Lopez, 9: in Spagna sono convinti che si tratti di un ottimo corridore, anche se forse non al livello dei predestinati Juan Ayuso e Carlos Rodriguez Cano. E’ uno scalatore di buon livello, che non a caso si è esaltato laddove le pendenze erano più esigenti. Può portare la maglia rosa per diversi giorni, sulla carta dovrebbe perderla sul Blockhaus, ma non diamolo per scontato.

Stefano Oldani, 8: bravo per il coraggio di averci provato. Non è uno scalatore, tuttavia si infila nella fuga di giornata e prova anche ad involarsi tutto solo sull’Etna, raggiungendo un vantaggio massimo di 1’03” sugli inseguitori. Poi crolla dinanzi agli specialisti, tuttavia ha mostrato personalità.

Damiano Caruso: non siamo impazziti, il siciliano non è presente al Giro d’Italia e, a nostro avviso, sarebbe stato l’unico azzurro a potersi giocare un podio dopo il secondo posto del 2021. Manca (e mancherà…) davvero tanto.

Foto: Lapresse

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