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Pagelle Giro d’Italia 2022: Pozzovivo da 10, Nibali reagisce, affondano Ciccone e Yates

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PAGELLE GIRO D’ITALIA 2022 (nona tappa)

Domenico Pozzovivo, 10: sinora non avevamo ancora dato il voto massimo, il lucano lo merita. A quasi 40 anni, con tutto quello che ha passato, le continue cadute, i gravi infortuni, eccolo ancora qui a lottare con un orgoglio sconfinato. Ci mette il cuore, dà tutto quello che ha, anche di più. Mai ci saremmo aspettati di vederlo all’arrivo con i migliori a giocarsi addirittura il tappone del Blockhaus. Qualche giorno fa ci aveva confessato di puntare alla top10 a Verona: se eviterà la classica giornata storta che spesso e volentieri ne ha minato le ambizioni in classifica, potrebbe anche provarci. E sarebbe un premio meritatissimo alla carriera di un grande professionista.

Vincenzo Nibali, 9: dopo la batosta sull’Etna, reagisce da immenso fuoriclasse e sfoggia una prestazione di grande solidità. Imbocca il Blockhaus con personalità a ruota di Carapaz. Resiste e fa sognare sino a 3 km dall’arrivo, quando perde le ruote dei migliori. Con grande esperienza non va alla deriva, tutt’altro: paga solo 34″ e risale dalla 29ma alla 13ma posizione in classifica. Non ha avuto una primavera facile, potrebbe anche salire di colpi da qui alla fine del Giro: ai tempi d’oro faceva la differenza nella terza settimana. Se manterrà questo rendimento, la top10 non è più un’utopia. L’Italia si aggrappa ai suoi grandi vecchi, in attesa di tempi migliori.

Jai Hindley, 8,5: in salita non è il migliore, si stacca, ma sale con il proprio passo e, con l’aiuto di Joao Almeida, rientra su Landa, Carapaz e Bardet. Allo sprint brucia tutti e conquista una vittoria di prestigio. Guai sottovalutarlo: fu già secondo nel Giro Covid del 2020 che si svolse ad ottobre.

Richard Carapaz, 7,5: fa lavorare la squadra per tutto il giorno. Crea una selezione importante, ma non esagerata, tant’è che arrivano in sei a giocarsi il successo parziale. Quando ha provato a scattare, non ha fatto la differenza. Resta uno dei principali candidati alla vittoria finale, ma oggi non ha impressionato. Di sicuro non sembra così superiore agli avversari in salita. Conterà molto la resistenza tra una tappa e l’altra, soprattutto nella terza settimana.

Romain Bardet, 8,5: il francese non si vedeva a questi livelli dal biennio 2016-2017, quando ottenne un secondo ed un terzo posto al Tour de France. Sembrava in fase calante, invece oggi ha dimostrato di essere rinato definitivamente. E’ parso forse il più brillante in assoluto sull’ascesa conclusiva. Il transalpino è un grande discesista, dote che potrebbe contare molto più avanti.

Mikel Landa, 7,5: sempre sfortunato, come quando è costretto a fermarsi due volte sul Passo Lanciano prima per un problema meccanico e poi per cambiare uno scarpino. Sul Blockhaus dimostra di stare bene, ma non di avere la possibilità di involarsi in solitaria. Di sicuro per lo spagnolo è l’occasione della carriera per vincere un Grande Giro: ora o mai più.

Joao Almeida, 7: ricorda Jan Ullrich, non è uno scalatore, eppure è sempre lì con i migliori. Perde contatto quando gli specialisti attaccano, ma non demorde e, puntando sulla regolarità, torna sempre sotto. Attenzione perché il portoghese ha già dimostrato di poter andare davvero forte nella terza settimana.

Emanuel Buchmann, 7: prestazione più che buona per il tedesco, 7° a soli 16°. Non è un vincente, ma si tratta di un corridore solido, peraltro già 4° al Tour de France 2019. Sarà un osso duro per tutti.

Alejandro Valverde, 7: a 42 anni conclude 9° a 46″, appena 12″ dietro Nibali. Un fuoriclasse eterno.

Guillaume Martin, 6,5: dopo la fuga di ieri si pensava che potesse pagare le fatiche e prendere la classica ‘cotta’, invece limita egregiamente i danni e cede ‘solo’ 1’08”.

Pello Bilbao, 5,5: termina la gara insieme a Martin, non può essere soddisfatto, perché nelle gerarchie della Bahrain-Victorious ora sarà la seconda punta alle spalle di Landa.

Lorenzo Fortunato, 7: non siamo stati teneri con lui nelle prime frazioni, oggi invece ha disputato una buona prova, chiudendo 14° a 1’42” e rientrando in top20 in classifica generale. L’emiliano non è un fenomeno, ma può ancora migliorare.

Juan Pedro Lopez, 8: salva la maglia rosa per soli 12″. Questo giovane scalatore spagnolo ha delle qualità importanti, dalle sue parti ne parlavano bene sin dalla vigilia della Corsa Rosa. Difficile che possa vincere o salire sul podio, ma un buon piazzamento finale non va escluso.

Giulio Ciccone, 4: non è stato bene in primavera, non sta bene oggi. Nel ciclismo non si inventa nulla. Il verdetto del cronometro è impietoso: giunge al traguardo con 9’26” da Hindley.

Simon Yates, 2: va alla deriva e paga oltre 11 minuti. Ormai queste giornate storte non sono più casuali per il britannico, che ancora una volta deve accantonare il sogno di vincere il Giro d’Italia.

Wilco Kelderman, 3: si stacca prima dell’inizio del Blockhaus a causa di una foratura. Da quel momento va in crisi nera e paga 10’53”, uscendo di classifica.

Foto: Lapresse

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