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PGA Championship 2022: Jordan Spieth a caccia del Career Grand Slam. Lotta Scheffler-Rahm per il n° 1. E Tiger Woods…

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Sta per arrivare un’edizione tutta da vivere del PGA Championship, a Southern Hills, Tulsa, Oklahoma. Ci sono tanti scenari in ballo, alcuni dei quali si possono desumere dalle più recenti evoluzioni del PGA Tour, mentre per altri bisogna ricorrere alla visione più ampia della classifica mondiale, l’OWGR.

Ed è proprio da quest’ultimo aspetto che partiamo per comprendere l’importanza del secondo Major dell’anno. Lo scenario migliore perché Jon Rahm, ormai il simbolo golfistico di Spagna, riconquisti il numero 1 della graduatoria globale è quello che lo vede vincitore e con Scottie Scheffler comunque più indietro del quinto posto in coppia con chiunque altro. Missione difficile, se non altro perché fino ad ora il venticinquenne del New Jersey ha ampiamente dimostrato di meritare la leadership, ma non certo impossibile. Tanto per cambiare, dal tee shot della 1 loro partiranno nello stesso gruppo, e con loro ci sarà Collin Morikawa. Parterre de roi, ed è dire poco.

Ma c’è un altro uomo che ha dimostrato parecchio soprattutto nell’ultimo giro dell’AT&T Byron Nelson. Parliamo chiaramente di Jordan Spieth, autore di un 61 in quelle 18 buche finali. Questo, da solo, ha portato tanti esperti a pensare: e se fosse la volta buona per il Career Grand Slam? Del resto, al texano manca soltanto il PGA Championship per completare la serie: diventerebbe il sesto uomo della storia a riuscire nell’impresa dopo Bobby Jones (che realizzò l’originale, con l’US Amateur al posto del Masters), Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods, che torna a 15 anni di distanza dalla sua vittoria proprio su questo percorso.

PGA Championship 2022: Francesco Molinari arriva a Tulsa in fiducia

Proprio quest’ultimo ha dichiarato di sentirsi bene, e in un ambiente reso straniante dall’assenza di Phil Mickelson, attratto da altre sirene, ha lanciato il guanto di sfida. Una sfida chiamata vittoria, ma va certamente detto che un sedicesimo Major nella sua attuale situazione sarebbe forse la storia più incredibile mai vista nel golf dai tempi di Tom Watson a un niente dalla vittoria all’Open Championship 2009. E paradossalmente Tiger è nello stesso gruppo di partenza di Spieth. Non solo: è incluso anche Rory McIlroy, uno che quanto a talento è tra i pochissimi a poter rivaleggiare con l’uomo che più a lungo di tutti ha occupato la vetta del ranking mondiale.

Per l’Italia c’è Francesco Molinari: il torinese arriva anch’egli con buona fiducia dall’AT&T Byron Nelson, e un buon risultato in un Major lo potrebbe rilanciare dopo anni in cui è andato piuttosto a sprazzi. Per lui è la prima volta a Southern Hills: resta da scoprire se sarà fortunata.

Disegnato da Perry Maxwell e aperto nel 1936, il Championship Course del Southern Hills Country Club è stato riportato alla sua visione originale da Gil Hanse nel 2019. Percorso estremamente ondulato, possiede quello che Ben Hogan e Arnold Palmer hanno definito uno dei migliori par 4 di tutti gli States, quello della buca 12. Sarà molto difficile attendersi score sotto il -10, ma se qualcuno riuscisse nell’impresa avrebbe (quasi) assicurato il successo.

Foto: LaPresse

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