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Roland Garros 2022, Martina Trevisan e la forza del sorriso per continuare un sogno bellissimo
Con Martina Trevisan diventano 6 le italiane ad aver raggiunto per due volte i quarti di finale nello stesso Slam. Ci era riuscita, in un lontanissimo passato, e proprio al Roland Garros, Lucia Valerio (1931 e 1934), e ci sono voluti ben più di settant’anni perché accadesse di nuovo, prima con Flavia Pennetta (sei volte agli US Open con annessa vittoria nel 2015 e semifinale nel 2013), poi con Francesca Schiavone (tre volte a Parigi, con vittoria nel 2010 e finale nel 2011, e due agli US Open), quindi con Sara Errani (quattro volte al Roland Garros, con finale nel 2012 e semifinale nel 2013 e due agli US Open con penultimo atto nel 2012) e infine con Roberta Vinci (quattro quarti a Flushing Meadows con finale nel 2015).
Si allunga una sequenza che soprattutto negli ultimi vent’anni di tennis femminile italiano ha visto numerose fortune succedersi. Quella della toscana, però, parte da una storia che definire incredibile è anche poco, per quello che è accaduto. Martina Trevisan (e con lei il fratello Matteo) era infatti tra le più importanti promesse in circolazione già alla fine degli Anni 2000, quando il suo nome era sulla bocca di tantissimi.
Poi sono intervenute delle vicende personali: un rendimento sul quale c’era più di una pressione, dei problemi di famiglia, una combinazione di fattori decisiva per trascinarla giù nell’abisso dell’anoressia. Dai 16 ai 21 anni, dal 2009 al 2014, il suo nome è sparito dal circuito professionistico.
Ha ricominciato, con tanta forza di volontà. Dal basso, e con l’aiuto di una psicologa che l’ha portata a uscire dalla cappa che aveva dentro. E senza la fretta di rincorrere i risultati delle altre della sua generazione, da quelle che si sono più distinte (Ajla Tomljanovic, Daria Gavrilova poi Saville, Sloane Stephens, Caroline Garcia, in parte Paula Ormaechea) ad altre con un tasso elevato di sfortuna (Laura Robson). Santa Margherita di Pula era diventato il luogo dove vincere tornei ITF, riconquistare punti, provare la via verso il circuito WTA. Tra il 2014 e il 2019 sono state ben sedici le finali giocate, dai 10.000 dollari sardi fino ai 100.000 di Biarritz e ai 60.000 di Brescia e con partite anche di elevata caratura.
E nel 2020, dalle qualificazioni di una Parigi d’autunno, il botto inatteso con gli scalpi in sequenza di Maria Sakkari e Kiki Bertens (la greca sconfitta al calar della sera, l’olandese ormai prossima al ritiro eliminata sul Court Suzanne Lenglen). Da quei primi quarti di finale e dall’ingresso in top 100 Trevisan sembrava esser rimasta quasi intimorita, tant’è che sono seguiti mesi durissimi, di sole sconfitte, con un altro coraggio di ripartire, sebbene con connotazioni molto più sportive, fortunatamente.
Il tutto senza mai abbandonare il sorriso, quello che si vede in campo nella maggior parte delle occasioni. Che poi è anche quello che l’ha accompagnata a Valencia, nel torneo da 80.000 dollari vinto nello scorso settembre. E che, dalla settimana precedente il Roland Garros, non scompare più dal suo volto. Sono diventate nove le partite consecutive vinte, tra Rabat e Parigi. Con la canadese Leylah Fernandez, una che di cavalcate Slam se ne intende dopo gli ultimi US Open, partirà sfavorita, ma sorriderà comunque: non sarà Iga Swiatek, imbattibile nel 2020 e anche quest’anno con simili proiezioni. Sognare si può, non costa nulla e ci sono due giorni per dar forma alle speranze.
Foto: LiveMedia/Rob Prange/DPPI – LivePhotoSport.it – LivePhotoSport.it