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Tennis, Andy Murray: “Wimbledon non sarà mai un’esibizione. Alla gente sul Centre Court non importa quanti punti prendi per un terzo turno”

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Per Andy Murray Wimbledon è stato, ed è tuttora, casa. Lo scozzese ha vinto due volte lo Slam cui più di ogni altro tiene, nel 2013 contro Novak Djokovic e nel 2016 battendo il canadese Milos Raonic. E l’anno scorso, contro qualsiasi pronostico, è riuscito ad arrivare al terzo turno, lui che non aveva e forse non ha più ambizioni di vincere uno Slam, ma di godersi le cose.

Dopo tutti gli accadimenti delle scorse giornate, culminati con ATP e WTA che hanno tolto i punti ai Championships in virtù del fatto che Wimbledon ha seguito le disposizioni governative in materia di Russia e Bielorussia, Murray si è esposto su Twitter pochi minuti fa: “Seguo il golf con molta attenzione e non ho idea di quanti punti prenda il vincitore del Masters. Io e i miei amici amiamo il calcio e a nessuno di noi importa quanti punti validi per il ranking prenda il vincitore della Coppa del Mondo. Ma posso dirvi con esattezza chi l’ha vinta e chi ha vinto il Masters“.

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Poi passa direttamente al lato tennistico: “Non fatico ad azzardare che molte persone che guarderanno Wimbledon sul Centre Court in poche settimane non sapranno quanti punti un giocatore prende per aver vinto un match di terzo turno. O non gliene importerà un fico secco. Ma posso garantire che ricorderanno chi vince. Wimbledon non sarà mai un’esibizione e non avrà mai quel feeling. Fine“.

Parole che hanno fatto effetto nel cuore di molti appassionati, che sono divisi sull’argomento. E non solo loro, viste le dichiarazioni di sostanzialmente tutti i grandi protagonisti del panorama mondiale: emerge però un lato comune, cioè che i giocatori hanno avuto scarsissima voce in capitolo nella decisione di ATP e WTA (e ITF, che ha sanzionato i tornei junior).

Foto: LaPresse

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