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Tennis, Filippo Volandri: “A Sinner va dato tutto il tempo che serve. Sbagliato il paragone con Alcaraz”
Jannik Sinner scenderà quest’oggi in campo per gli ottavi di finale degli Internazionali d’Italia 2022. Sul Centrale del Foro Italico di Roma l’altoatesino se la vedrà contro il serbo Filip Krajinovic, che a sorpresa ha sconfitto la testa di serie n.6 del torneo, Andrey Rublev, nel turno precedente. Sulla carta, Sinner gode dei favori del pronostico, ma l’esito del confronto è incerto per quello che il serbo ha messo in mostra contro il russo e per l’attuale condizione di Jannik.
E’ una stagione complicata per il classe 2001 del Bel Paese. La decisione di cambiare allenatore è stata un atto di coraggio, a detta sua, per la voglia di inserire delle variazioni nel suo gioco e anche nel rapporto tra coach e giocatore. Per cui l’addio a Riccardo Piatti si è concretizzato e ora spetta a Simone Vagnozzi portare avanti questo nuovo percorso.
Strada irta di ostacoli perché Sinner alle qualità chiare nel giocare molto vicino alla riga di fondo e con estrema fluidità, non corrispondono molte alternative di gioco. Il ragazzo di Sesto Pusteria sta cercando di inserirle, con tanti up&down e il rischio di sconfitte anche clamorose o pesanti è dietro l’angolo. L’esempio è quello del ko di Madrid contro il canadese Felix Auger-Aliassime.
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A dire la sua è stato il capitano non giocatore di Coppa Davis, Filippo Volandri, intervistato dalla Gazzetta dello Sport: “Gli serve tutto il tempo che sarà necessario. Un cambio tecnico dopo sette anni passati con un altro allenatore richiede un lunghissimo processo di apprendimento che passa per forza da giornate di esaltazione a partite brutte, come l’eliminazione di Madrid. Ma pure in questa fase delicata, Jannik ha mostrato che le doti per le quali è arrivato in alto non sono solo tecniche: la sua mentalità vincente è straordinaria. Completerà con successo il percorso, non sono preoccupato“, le parole di Volandri.
E’ chiaro che le prestazioni di Sinner, valutato qualche tempo fa come uno dei futuri punti di riferimento del tennis, siano intaccate dall’ascesa straordinaria dello spagnolo Carlos Alcaraz. Il punto di vista del capitano non giocatore azzurro è molto chiaro: “Carlos è un fenomeno e ogni passo che ha fatto fin dal primo giorno, insieme a quello straordinario coach di Ferrero, era improntato a una maturazione come questa. Perché ha qualità incredibili. Ma sarebbe sbagliatissimo prenderlo ad esempio: la normalità è il nostro 2003 Nardi al numero 201 del mondo, non lui al numero 6. Altrimenti rischiamo di scombussolare tutti i parametri“.
Altri pensieri Volandri ha voluto riservarli a Lorenzo Musetti, out agli Internazionali per un infortunio muscolare, ritenuto tecnicamente e fisicamente molto forte, ma ancora non in grado di gestire il ruolo di giocatore top. E rispetto agli obiettivi in Davis: “Ho per le mani una squadra fortissima, ma mi piacerebbe per una volta avere tutti i miei campioni a disposizione e provare i doppi che ho in testa“, ha ammesso Volandri.
Foto: LaPresse