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F1, 6-2, 2-6: il punteggio tennistico che ridimensiona la Ferrari nel Mondiale 2022

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Il sogno e il grande incubo: ha il sapore dell’illusione sfumata questo lunedì 13 giugno in casa Ferrari. L’ottavo round del Mondiale 2022 di F1, a Baku (Azerbaijan), avrebbe dovuto essere quello del riscatto da parte della Rossa, ma si è tramutata in una cocente debacle.

Il doppio ritiro delle monoposto del Cavallino Rampante ha posto l’accento sui problemi di affidabilità che già si erano notati in maniera evidente a Barcellona (Spagna) e ancor prima a Miami quando si era chiesto alla Federazione di intervenire sull’ICE della power unit.

E così non sorprende più che il leitmotiv del 2022 sia quello di una Rossa velocissima con Charles Leclerc nel time-attack, ma non consistente in gara per varie ragioni. I numeri parlano chiaro: 6 pole position per la scuderia di Maranello rispetto alle 2 di Red Bull; 6 le vittorie della squadra di Milton Keynes rispetto alle 2 del Cavallino.

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Le motivazioni sono diverse e riguardano lo sfruttamento delle gomme, il peso degli aggiornamenti, la strategia e l’affidabilità. In sostanza, il team anglo-austriaco ha fatto un lavoro migliore dal GP di Imola in avanti, reagendo alla grande dopo gli stop per problemi tecnici delle prime apparizioni in Bahrain e a a Melbourne.

La sensazione è che la Ferrari abbia perso la bussola, forse perché non sufficientemente strutturata per poter sostenere un confronto così serrato per il titolo. Del resto, lo stesso Mattia Binotto aveva sottolineato che tra ambizione e obiettivo reale ci sia differenza. E ora la strada è decisamente in salita in quanto il numero di rotture è tale che le penalità potrebbero cominciare a palesarsi per l’obbligo di impiegare componenti, andando oltre quello consentito per una sola stagione.

Foto: LiveMedia/Dppi/DPPI

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