Formula 1

F1, Gran Bretagna ultima spiaggia per Ferrari? Se Red Bull vince a Silverstone, il Mondiale 2022 è “finito”. Lo dice la storia!

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L’affermazione di Max Verstappen nel Gran Premio del Canada rappresenta il 6° successo consecutivo raccolto dalla Red Bull in questo Mondiale di Formula Uno. Alle due vittorie nelle prime tre gare arpionate da Charles Leclerc e dalla Ferrari, è infatti seguito un ricco filotto da parte del Drink Team. Proprio questo fatto merita di essere approfondito, perché apre un fronte inedito in merito al Gran Premio di Gran Bretagna. Verrebbe da dire che se uno tra l’olandese e Sergio Perez dovesse imporsi anche a Silverstone, allora potremmo considerare il titolo iridato 2022 già acquisito dalla struttura diretta da Christian Horner. Perché? Andiamo a spiegarlo.

Nella storia della F1 è capitato 10 volte che un team abbia inanellato almeno 7 successi di fila nella medesima stagione. In rigoroso ordine cronologico, tale impresa è stata compita da McLaren (1984 e 1988), Williams (1993), Ferrari (2002 e 2004), Red Bull (2013), Mercedes (2014, 2015, 2016, 2019 e 2020). Cosa si evince da questi dati? Sono tutte annate marchiate da un evidente dominio da parte della scuderia citata che, non a caso, ha vinto entrambi i titoli a mani basse. Dunque, in linea teorica, se una Red Bull dovesse primeggiare anche nel Gran Premio di Gran Bretagna, potremmo considerare il Mondiale 2022 concluso in favore del Drink Team.

D’accordo, si sta forzando la mano e questa conclusione verrebbe tratta esclusivamente sulla base di una ricerca empirica che non tiene conto dei tanti cambiamenti intercorsi, soprattutto nella quantità di gare in programma. Vincere 7 appuntamenti di fila in un calendario di 22 non è come farlo quando ne erano previsti solo 16. Però è indubbio come il “settebello” abbia sempre rappresentato il segnale di una supremazia decisa.
McLaren nel 1984 vinse 12 gare su 16 (75,0%), mentre nel 1988 si spinse a 15 su 16 (93,8%).
Williams nel 1993 si impose 10 volte su 16 (62,5%).
Ferrari nel 2002 primeggiò in 15 occasioni su 17 (88,2%), nel 2004 invece 15 su 18 (83,3%).
Red Bull nel 2013 trionfò in 13 GP su 19 (68,4%).
Mercedes nel 2014 e nel 2015 vinse 16 gare su 19 (84,2%), nel 2016 addirittura 19 su 21 (90.5%), nel 2019 furono 15 su 21 (71,4%) e nel 2020 si giunse a 13 su 17 (76,5%).

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Come si può notare, quando un team si è imposto 7 volte di fila, ha sempre incastonato la propria sequenza in una stagione in cui la percentuale di successi è stata compresa fra il 62,5% e il 93,8%. Un dato perfettamente in linea con Red Bull nel 2022, che viaggia con un ragguardevole 77,8%. Per la cronaca, una serie da 6 non è invece una sentenza, come dimostra il 2005 della McLaren. Va però sottolineato come tale filotto arrivò nella seconda parte della stagione, con Fernando Alonso e la Renault nella posizione di poter gestire un solido vantaggio nel Mondiale, accontentandosi dei piazzamenti.

Insomma, l’esperienza insegna che se uno tra Verstappen e Perez dovesse passare per primo sotto la bandiera a scacchi di Silverstone, potremmo chiudere baracca e burattini e cominciare a guardare alla lotta per il 2023. È anche vero che c’è “sempre una prima volta” e che la correlazione appena esposta è, come detto, puramente empirica. Dunque, sul piano algebrico, ci sarà comunque ancora speranza anche in caso di affermazione di Super Max o Checo.

Foto: La Presse

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