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F1, il disastro del motore numero due in Ferrari: unità con problemi già a Miami

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La potenza è nulla senza controllo: così recitava una celebre spot pubblicitario del passato in fatto di pneumatici e, rimanendo in tema motoristico, la Ferrari deve fare i conti con i problemi di affidabilità della propria power unit. Alla prova dei fatti, la domenica di Baku (Azerbaijan), ottavo round del Mondiale 2022 di F1, ha assunto i connotati del grande incubo. Sì, perché il doppio ritiro delle due monoposto di Maranello, dopo 20 giri, fa veramente male.

Si nutrivano non poche speranze rispetto alla gara odierna, dopo la sesta pole-position dell’annata del monegasco Charles Leclerc. Ancora una volta, però, le cose non sono andate per il verso giusto e lo zero per la Rossa rende sempre meno credibili le ambizioni mondiali.

E’ chiaro che l’imputato principale della disfatta azera sia il motore n.2 che fin dall’appuntamento di Miami di problematiche ne aveva date, lasciando poi a piedi Leclerc a Barcellona dove la sua prestazione aveva le caratteristiche del dominio. Come ammesso dallo stesso Mattia Binotto (Team Principal del Cavallino Rampante), l’aumento di potenza dal 2021 al 2022 è stato enorme, ma nei fatti questa evoluzione non ha mostrato i risultati sperati sul piano della consistenza.

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Come riportato dal collega Giulano Duchessa di Formu1a.uno, si parla di criticità legate al cooling. Un aspetto che potrebbe costare caro già nel prossimo round in Canada, dove il propulsore è importante, considerando l’eventuale impiego della terza power unit, ma con l’uso del turbo n.4 che vorrebbe dire penalità.

Foto: LaPresse

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