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Golf, US Open 2022: Matt Fitzpatrick campione con enorme merito davanti a Zalatoris e Scheffler. 14° Guido Migliozzi in rimonta

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Si è appena conclusa una magnifica lotta a tre per il successo finale allo US Open. A prevalere è Matthew Fitzpatrick, per tutti Matt, che diventa il primo inglese a conquistare un Major da Danny Willett al Masters 2016. Non solo: diventa il secondo giocatore, dopo Jack Nicklaus, a vincere sullo stesso percorso US Amateur e US Open, accoppiata riuscita ora 13 volte nella storia. Per il ventisettenne di Sheffield (-2 di giornata e -6 totale, 68 70 68 68) non c’è solo questo primo successo Major senza aver mai vinto prima sul PGA Tour (ma sul circuito europeo aveva trionfato sette volte): arriva, infatti, anche l’ingresso, per la prima volta in carriera, nei migliori 10 del mondo.

Una lotta accesasi soprattutto nelle seconde nove buche, con Fitzpatrick, Scottie Scheffler e Will Zalatoris abili nel rispondersi colpo su colpo anche con degli autentici numeri in forma di putt molto lunghi. Tutto, alla fine, si riduce alla 17 e alla 18: Zalatoris ha il putt per salire a -6 alla 17, ma gli rimane appena corto, mentre Fitzpatrick resta a -6 colpendo appena a sinistra. L’inglese, però, fa partire in bunker il tee shot dell’ultima buca, ma s’inventa un grande secondo colpo da lì e, poi, dopo aver provato a imbucare col primo putt decide di infilare il secondo senza aspettare l’americano. Zalatoris tenta il tutto per tutto da posizione simile, da sinistra a destra, ma la palla passa di millimetri a sinistra: è secondo posto insieme al numero 1 del mondo.

Golf, US Open 2022: Fitzpatrick e Zalatoris al comando quando manca un solo round. Regna l’equilibrio

A -3, in quarta posizione, finisce un grande Hideki Matsuyama: il giapponese è il migliore di oggi con un giro in -5, senza nemmeno un bogey a caratterizzarlo. Quinti due dei delusi del torneo: se per Collin Morikawa, al di là del -2 finale, le possibilità sono sparite tutte insieme al 77 del terzo giro, per Rory McIlroy da una parte c’è una discreta costanza solo parzialmente sporcata dal 73 ancora del moving day, ma dall’altra c’è un’importante novità. Il nordirlandese, infatti, torna al numero 2 dell’OWGR, dietro all’attualmente irraggiungibile Scheffer.

Ancora in casa USA chiudono settimi a -1 Denny McCarthy e Keegan Bradley, i quali sono accompagnati dalla leggera discesa del canadese Adam Hadwin. In decima posizione, gli unici altri a rimanere almeno pari con il par sono Gary Woodland e Joel Dahmen, con quest’ultimo che, nelle seconde nove, deve dire addio a sogni di maggiore altezza.

Per Guido Migliozzi arriva un bel finale, che gli permette di rimontare oltre 30 posizioni e, alla fine, lo classifica al 14° posto. Per lui un ultimo giro da -4, tra i migliori di giornata, che gli permette di finire a +2 attaccato ai migliori, tra cui lo spagnolo Jon Rahm e l’ottima versione dell’irlandese Seamus Power, entrambi a +1 con il 12° posto. Il nome del vicentino è accompagnato da quello di diversi big, da Xander Schauffele a Patrick Cantlay, e questo risultato, indubbiamente il migliore della stagione, ne rafforza lo status di numero 1 d’Italia, proponendosi di diventare il punto di svolta di quella che finora è stata un’annata per larghi tratti storta.

Foto: LaPresse

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