Moto3, Sergio Garcia e Izan Guevara non sbagliano un colpo: ultima chiamata in Germania per Foggia?

Indipendentemente dalla questione ‘punti di ritardo in classifica’, va probabilmente tenuta in maggiore considerazione quella dell’impatto psicologico che un’altra disfatta apporterebbe al morale di Dennis Foggia. I 95 punti accumulati dall’azzurro sinora in classifica in Moto3 rappresentano un bottino che, senza dubbio, sarebbe potuto essere maggiore, ma bisogna fare i conti con una prima parte di stagione non particolarmente felice per il pilota della Leopard Racing.

D’altro canto, chi sembra non sbagliare mai è la GASGAS Aspar: sia Sergio Garcia (in testa in classifica con 150 punti) che Izan Guevara (secondo a quota 134) stanno dimostrando la propria forza in pista in ogni Gran Premio. Eccezion fatta per i due ritiri, uno a testa, verificatisi rispettivamente negli Stati Uniti (per Garcia) e in Argentina (per Guevara), il peggior piazzamento in gara è stato l’ottavo posto.

Certo, la sfortuna sta colpendo e non poco Foggia, reduce da due ritiri consecutivi al Mugello e in Catalogna, ma va ricordato anche il diciottesimo posto ottenuto a Jerez, che non è considerato come un ritiro, ma in fondo è come se lo fosse, non avendo conquistato alcun punto.

Senz’altro, al momento, i due piloti spagnoli alla guida della GASGAS Aspar si sono dimostrati più costanti; la Leopard non è da meno in termini di affidabilità e prestazioni in pista, in quanto il compagno di squadra di Foggia, il giapponese Tatsuki Suzuki, è in ripresa dopo un inizio altalenante (reduce da due podi consecutivi, in contrapposizione totale con i 0 punti totalizzati da Foggia nelle ultime due uscite).

Se la prossima, al Sachsenring, al Gran Premio di Germania 2022, non è un’ultima chiamata per Dennis Foggia, per poter competere fino alla fine per il titolo, poco ci manca: con maggiore costanza, i punti di ritardo da Guevara e Garcia potrebbero progressivamente ridursi; certo è che un’altra debacle potrebbe rivelarsi fatale, come detto in precedenza, non solo per i punti in classifica, ma anche (e soprattutto) per una questione psicologica.

Foto: MotoGP.com Press