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MotoGP, Bagnaia-Bastianini insieme nel Factory Team Ducati 2023? Tre “contro”, nessun “pro”. Ecco perchè
Siamo arrivati al solstizio d’estate e Ducati non ha ancora ufficializzato chi sarà il compagno di box di Francesco Bagnaia nel 2023. L’annuncio avrebbe dovuto essere effettuato a fine maggio al Mugello o, al più tardi, la settimana successiva al Montmelò. Invece il comunicato si fa attendere e sembra essere stato rinviato sine die. Ieri, nell’articolo dedicato all’incertezza (forse solo di facciata) che sta caratterizzando la Casa di Borgo Panigale nella scelta del successore di Jack Miller, abbiamo spiegato le ragioni di questo ritardo. Ora, invece, proviamo a ipotizzare cosa succederebbe nel caso fosse Enea Bastianini il prescelto per la seconda Desmosedici nel Factory Team del prossimo anno. Al di là di questioni di tifo o passaporto, davvero sarebbe la mossa migliore? Analizzando a fondo la questione, vedere La Bestia vestirsi di Rosso nel 2023 potrebbe portare più svantaggi che vantaggi. Andiamo a vedere perché.
1 – IL RISCHIO DI UNA RIVALITA’ INTERNA
Ducati ha già avuto due piloti italiani nel proprio Factory Team con il tandem Dovizioso-Iannone nel biennio 2015-2016 e, successivamente, con la coppia Dovizioso-Petrucci nelle stagioni 2019 e 2020. Cionondimeno, un ipotetico duo Bagnaia-Bastianini sarebbe ben diverso da gestire. Innanzitutto perché cinque/sei anni fa la Casa di Borgo Panigale non viveva un periodo in cui poteva lottare per il Mondiale, mentre successivamente non c’erano dubbi sul fatto che la carta per il titolo fosse Dovi, a differenza di Petrux, il cui ruolo e caratura erano più o meno analoghi a quelli dell’attuale Jack Miller.
Al contrario Bagnaia e Bastianini avrebbero ambedue l’ambizione di laurearsi Campioni del Mondo, con conseguenze potenzialmente distruttive per la serenità interna del team. Non solo per la famosa questione dei “due galli nello stesso pollaio”, quanto per una serie di elementi che mescolati assieme genererebbero una miscela altamente esplosiva. Pecco e La Bestia sono entrambi italiani, per di più coetanei e hanno seguito percorsi agonistici agli antipodi. Il piemontese è un prodotto dell’Academy VR46, mentre il riminese è alieno a questa cantera. Anzi, nel 2020 Bastianini ha vinto il Mondiale di Moto2 proprio al termine di un serratissimo duello con Luca Marini e Marco Bezzecchi, alfieri della squadra patrocinata da Valentino Rossi. Insomma, il dualismo tra Francesco ed Enea sarebbe inevitabile. Metterli nel medesimo box equivarrebbe a piazzare una candela sopra una cassa piena di polvere da sparo. Se tutto rimane in equilibrio, non accade nulla di male. Però il minimo scossone può scatenare un autentico pandemonio.
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2 – IL RISCHIO DI PERDERE JORGE MARTIN
Se davvero il Factory Team 2023 di Ducati dovesse essere composto da Bagnaia e Bastianini, questo rappresenterebbe una secca bocciatura nei confronti di Jorge Martìn, con il rischio che essa abbia grosse ripercussioni negative in ottica futura. È indiscutibile come lo spagnolo sia sempre stato più avanti del riminese nelle gerarchie interne di Borgo Panigale. La prova è sotto gli occhi di tutti, riceve un trattamento da pilota ufficiale pur essendo in Pramac da due anni, a differenza dell’italiano, il quale utilizza materiale meno evoluto (che paradossalmente ha rappresentato un vantaggio a inizio 2022, contribuendo a generare la difficile situazione attuale).
Ebbene, promuovere Bastianini a discapito di Martìn significherebbe ribaltare i rapporti di forza tra i due. Per carità, alla fine contano i risultati, ma il madrileno può legittimamente ricordare di essere stato condizionato in negativo da un serio problema di salute, tanto da essere finito sotto i ferri per risolverlo subito dopo il GP di Catalogna (peraltro chiuso al secondo posto). Inoltre, e soprattutto, esistono logiche legate a contratti, clausole e magari promesse verbali già effettuate in passato. Spalancare le porte del box del Factory Team al La Bestia anziché a Martinator potrebbe quindi avere conseguenze spiacevoli dietro le quinte.
Jorge potrebbe anche vivere questa dinamica come un torto e quindi decidere di accasarsi altrove nel 2024. Le opzioni, di certo, non gli mancherebbero. Ducati crede fortemente in lui da anni e ha investito parecchio per farlo crescere. Davvero può correre il rischio di averlo forgiato per poi trovarselo come avversario? Inoltre, cosa succederebbe se Martìn dovesse fare meglio dei due piloti della squadra interna al principio del 2023? Quanto sarebbe imbarazzante tale situazione? Molto più di quella attuale, già antipatica di per sé. L’iberico rischierebbe di tramutarsi in un elemento di disturbo non da poco nella serenità dei due italiani.
3 – IL RISCHIO DI BRUCIARE ENEA BASTIANINI
A corollario del punto due, se Bastianini venisse spinto avanti nelle gerarchie interne di Ducati, potrebbe esserci letteralmente il rischio di bruciarlo. Lui ha le spalle larghe, ma avere Martin dietro di esse non sarebbe il massimo della vita. Si genererebbe un perenne confronto diretto con il madrileno che potrebbe affossare Enea se dovesse entrare in difficoltà, oppure allontanare definitivamente lo spagnolo da Borgo Panigale se le sue prestazioni fossero inferiori. Addirittura si potrebbe creare una situazione in cui sarebbe Bagnaia a soffrire più di tutti. Cosa accadrebbe se sia La Bestia che Martinator partissero meglio di Pecco, che da punta di diamante, si ritroverebbe relegato al ruolo di terza forza Ducati?
CONCLUSIONE – PER BASTIANINI “LESS IS MORE”?
A conti fatti forse per Bastianini vale il broccardo “less is more”, ovvero “meno è di più”. Passare in Pramac con una GP23 avrebbe tanti vantaggi, perché gli consentirebbe di avere una moto analoga a quella di chi è nel Factory Team senza, però, avere la pressione di correre nella squadra interna. Al tempo stesso Martìn rimarrebbe, almeno formalmente, davanti a Enea nelle gerarchie interne, pur usando il medesimo materiale. Infine Bagnaia si troverebbe un compagno di box sicuramente scomodo, ma con un’inferiore conflittualità potenziale rispetto a quella che ci sarebbe con il coetaneo e connazionale.
Insomma, probabilmente la scelta più saggia da parte di Borgo Panigale sarebbe quella di muovere linearmente i tasselli, promuovendo Martinator al posto di Miller per mettere La Bestia sulla sella dello spagnolo, fatto che comunque gli consentirebbe di godere per la prima volta da quando corre in MotoGP del medesimo trattamento dell’iberico, pur senza averne gli oneri. Come finirà questa vicenda? Per adesso si può concludere solo con un “つづく”, ovvero il “Continua” posto alla fine di ogni puntata non definitiva degli Anime giapponesi.
Foto: MotoGPpress.com