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MotoGP, Mattia Pasini: “Per Bagnaia non è finita, Marquez ora ha risolto davvero. Vietti deve stare attento ad Acosta”

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Siamo ufficialmente ai nastri di partenza del Gran Premio di Germania, decimo appuntamento del Motomondiale 2022. Sul tracciato del Sachsenring si valicherà la metà della stagione e, come sempre, il giro di boa rappresenta il momento ideale per fare il punto della situazione delle tre classi. Per analizzare quanto avvenuto e, soprattutto, quello che potrebbe succedere tra MotoGP, Moto2 e Moto3, non potevamo che rivolgerci a Mattia Pasini. Il pilota romagnolo (239 gare disputate e 12 successi in carriera), attuale commentatore tecnico di Sky Sport, ha preso parte come wild-card al Gran Premio d’Italia del Mugello nella classe mediana (chiudendo al quindicesimo posto dopo un ottimo avvio) per cui rappresenta l’interlocutore ideale per raccontarci “da dentro” tutte le mille sfaccettature del Circus.

Mattia, iniziamo dalla “tua” classe: la Moto2. Che categoria hai ritrovato?

“Una realtà molto particolare, di livello incredibile, ma anche decisamente limitata per colpa delle gomme. Mi spiego, all’anteriore i piloti hanno vita complicata per uno pneumatico non semplice da gestire, mentre il posteriore è troppo duro. Anche per questo motivo manca spesso il giusto feeling e si vedono così tanti errori. Per il resto rimane una categoria molto propedeutica alla MotoGP e, infatti, la maggior parte dei piloti che compie il salto è subito competitivo anche nella classe regina e non è un aspetto di poco conto”.

Guardando la situazione di classifica, l’Italia può confidare nel successo finale di Celestino Vietti?

“Celestino sta disputando una grande annata, è sempre veloce e non è là davanti per caso, anzi. Ora starà a lui confermarsi in questa seconda parte di campionato, anche se i rivali non mancheranno. Per esempio, mi aspetto davvero tanto da Pedro Acosta. Anche se è molto indietro in classifica (-78 punti da Vietti, ndr) sono convinto che lo spagnolo non sarà affatto tagliato fuori dalla lotta per il titolo. Ha sempre dimostrato di essere competitivo, gli è solo mancata l’esperienza giusta in una classe così difficile. Non penso abbia pagato la pressione. Sarà una bella battaglia”.

Passando agli altri italiani, come si può valutare la loro annata?

“Tony Arbolino ha messo in mostra un miglioramento notevole e ha anche vinto una gara. Corre in un team che, a mio parere, è il migliore della Moto2 (Elf Marc VDS Racing, ndr) e, se proseguirà su questo trend, potrà togliersi ancora qualche soddisfazione. Per tutti gli altri, invece, la situazione è quanto mai complicata. Molto lontani al traguardo e con distacchi pesanti. La meritocrazia nella classe mediana, purtroppo, è davvero poca”.

Scendiamo in Moto3. Dennis Foggia si è complicato un po’ troppo la vita?

“Peccato, perchè sarebbe nella situazione perfetta per poter primeggiare e lottare per il titolo. Anche se non mi piace troppo tirare in ballo la sfortuna, ha avuto diverse occasioni nelle quali le cose non sono girate dalla sua parte e la graduatoria ora si è fatta il salita. Con un pizzico di continuità in più tutto sarebbe diverso ora. Il duo della Gas Gas sta volando e, più che Sergio Garcia (primo con 150 punti, ndr) penso che sia Izan Guevara (secondo a quota 134, ndr) il vero favorito per il titolo”.

Si sta segnalando qualche giovane pilota italiano emergente nella classe più leggera?

“Sinceramente l’unico che mi sembra davvero interessante in ottica futura è Matteo Bertelle. Anche se non ha ancora fatto vedere cose clamorose penso che abbia qualcosa in più degli altri che, per motivi anagrafici o talento in generale, non stanno ottenendo grandi risultati. Credo che la Moto3 abbia bisogno di un ricambio generazionale importante”.

Poco fa parlavamo di continuità. Chi la sta mettendo in mostra nella maniera migliore è Fabio Quartararo in MotoGP.

“Senza dubbio. Anche se molti dicono che la Yamaha non sia dominante, a me sembra che la M1 sia una moto, intanto campione in carica, quindi con punti di forza e debolezza come tutte le altre. Non parte battuta a prescindere. Mi sembra piuttosto che Fabio, oltre ad essere fortissimo, sia bravo a fare la differenza laddove può e, gara dopo gara, ha costruito una sicurezza dei propri mezzi davvero notevole. Il francese è consapevole della sua forza e delle potenzialità della moto e sta costruendo la fuga in classifica proprio su questo”.

Chi, almeno per il momento, non sta riuscendo ad opporsi con regolarità è Francesco Bagnaia. Come giudichi la sua stagione?

“Come ripeto da inizio anno, “Pecco” non è assolutamente tagliato fuori dalla lotta per il titolo. Al momento non può essere il favorito, ma sono convinto che tornerà in lotta e vi rimarrà fino alla fine. Nei mesi scorsi, probabilmente, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per conoscere nel migliore dei modi una GP22 che era cambiata parecchio rispetto alla GP21, ma ora ha fatto vedere che la velocità ce l’ha. Certo, ha commesso qualche errore di troppo che non ci voleva, ma se al Montmelò non fosse stato steso da Takaaki Nakagami al via, staremmo parlando di una situazione ben differente. La Ducati c’è e il pilota non si discute, per cui non è detta l’ultima”.

Un altro pilota che prova a rimanere attaccato alla lotta per il titolo è Enea Bastianini. Cosa manca per il suo salto di qualità definitivo?

“Iniziamo con il dire che Enea è un pilota super-talentuoso e ha iniziato la sua annata in una situazione che nemmeno lui, probabilmente, si poteva immaginare. Tre vittorie nelle prime gare sono un bel fiore all’occhiello ma, sinceramente, ho la sensazione che le inevitabili voci di mercato che lo circondano lo abbiano un po’ condizionato. Non sta tanto correndo per il presente, quanto per dimostrare di poter meritare la Ducati ufficiale nella prossima stagione. Se riuscirà a non farsi distrarre sono convinto che potrà confermarsi anche nella seconda parte di campionato”.

Chi, invece, sta andando decisamente oltre le aspettative è il binomio Aleix Espargarò-Aprilia.

“Aleix è dal mio punto di vista la sorpresa più grande di questa annata di MotoGP. Un pilota che aveva in bacheca un solo podio nella classe regina, quest’anno ha già messo a segno una vittoria e quattro terzi posti. Un salto di qualità clamoroso che spiega come lo spagnolo sia nella giusta realtà per dare il massimo. L’Aprilia, poi, sta facendo qualcosa di incredibile. Sono davvero contento per la Casa di Noale e per Massimo Rivola che, con il suo approccio e il suo modo di gestire team e piloti, sta portando la scuderia italiana al ruolo di certezza anche nella top class, e non è assolutamente una cosa da poco”.

Da una Aprilia che ruggisce, una Suzuki che sparisce…

“Ho provato grandissimo dispiacere per la decisione di salutare la MotoGP nel 2023 del team di Hamamatsu. Una scelta che non comprendo, specialmente dopo il grande sforzo messo in atto da Davide Brivio per riportare la Suzuki nella classe regina. Ormai la moto era competitiva ai massimi livelli e il loro addio è davvero un colpo per tutto il Motomondiale. Spero ancora in un colpo di coda e una retromarcia del team giapponese, ma non penso sarà facile”.

Chi, al momento, è assente certo è Marc Marquez. Quando pensi che rivedremo in azione il Cabroncito?

“Io sono convinto che tornerà già quest’anno. Ho letto che in Spagna parlano di un possibile rientro in occasione dei test di Misano (5 settembre, ndr). Non so se la data sarà quella, ma non escludo affatto che lo rivedremo già nel 2022. Mi spiego. So bene che si è sottoposto ad una quarta operazione al braccio ma, oggettivamente, quanto fatto nei giorni scorsi negli Stati Uniti era quello che si sarebbe dovuto fare subito dopo il suo ko di Jerez. Ora la situazione è ufficialmente risolta e, già dalle prime foto che ha pubblicato, mi sembra a posto e sollevato. Ora sta davvero bene e quando un pilota come lui si sente a posto, 4 mesi di stop possono essere anche sufficienti”.

Il Cabroncito, tra le altre cose, vinceva ininterrottamente al Sachsenring dal 2010. Quest’anno, dunque, ci sarà un nuovo nome nell’albo d’oro del Gran Premio di Germania. A questo punto qual è la tua previsione per le tre gare di domenica?

“Difficilissimo dirlo su un tracciato simile, ma ci provo. In MotoGP penso che vincerà “Pecco” Bagnaia, nella classe mediana punto di nuovo su Pedro Acosta, mentre in Moto3 confido nella riscossa di Dennis Foggia”.

Foto:  Lapresse

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