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MotoGP, Mauro Sanchini: “A Bagnaia manca qualcosa, Bastianini talento indiscutibile. Quartararo sembra Lorenzo”

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Siamo ormai pronti ad alzare il sipario sul Gran Premio di Germania della prossima settimana, decimo appuntamento del Motomondiale 2022 e, numeri alla mano, siamo giunti ufficialmente a metà stagione, dato che le gare in programma in totale saranno 20. Le tre classi stanno regalando innumerevoli spunti e lotte per il primato che, tappa dopo tappa, vedono cambiare la propria geografia. In attesa della trasferta sul tracciato del Sachsenring, siamo giunti al momento ideale per fare un primo bilancio di quanto visto sino ad ora tra MotoGP, Moto2 e Moto3. Per analizzare la situazione nel migliore dei modi non potevamo che rivolgerci a Mauro Sanchini, commentatore tecnico di Sky Sport, assieme al suo consueto compagno di telecronache, Guido Meda.

Mauro, siamo giunti ormai al giro di boa della stagione, la prima del post-Valentino Rossi. Come si può valutare la MotoGP dopo l’addio di una leggenda come il “Dottore”?

“Penso che fosse inevitabile che si sarebbe sentita la sua assenza, dopotutto ha chiuso la carriera una colonna di questo sport che per 26 anni ha riempito circuiti, vinto gare e titoli e segnato una vera e propria era. Valentino era andato oltre la MotoGP, era un personaggio che aveva riunito in sé tre generazioni di appassionati, e quando una figura simile se ne va, non è certo facile da rimpiazzare. So bene che abbiamo assistito ad un Mugello con meno presenze del solito, e non poteva che essere così, ma dall’altro canto a Le Mans il pubblico era vastissimo e il 20-30% era tutto con magliette o cappellini di Valentino Rossi e credo che sia comunque bellissimo, anche se i francesi hanno un campione del mondo come Fabio Quartararo”.

A proposito del “Diablo”. Si può dire che la sua stagione sia svoltata ad Austin, con quel corpo a corpo con Marc Marquez?

“Credo che la sua avventura in MotoGP abbia avuto due momenti fondamentali, e uno sia stato proprio quello. Il primo, però, è stato il titolo dell’anno scorso. Inutile girarci attorno. In un colpo solo si è tolto dalle spalle un peso indicibile. Ricordiamo bene come sbarcò in Moto3, giovanissimo e con il titolo di ‘predestinato’ sulle spalle che, evidentemente, ha pesato parecchio nella sua crescita. L’arrivo nella classe regina, poi, tra molti dubbi, lo vide partire alla grande, salvo poi vivere un periodo non facile. La stagione 2020, per esempio. Pronti, via, e doppietta a Jerez, poi il vuoto. L’anno scorso ha cambiato tutto per lui e Austin ha fatto il resto. Anche se lottava per un sesto o settimo posto nella corsa texana, ha voluto dimostrare che anche senza una moto performante lui c’è. E’ il campione del mondo. E lo vuole ribadire gara dopo gara. Mettendo tutto assieme ora ha una tranquillità e una continuità, unite ad un talento che me lo fa sembrare Jorge Lorenzo ai tempi della Yamaha, che lo rendono il più forte e il chiaro favorito per il bis immediato”.

Chi, quantomeno ad inizio anno, doveva essere il suo rivale era Francesco Bagnaia. Cosa sta mancando a “Pecco” per vincere il titolo?

“Diciamo che a questo punto ha di fronte a sé la necessità di compiere una vera impresa. Recuperare 66 punti dalla vetta è davvero complicato. Recuperarli ad un Fabio Quartararo di questo livello rende tutto ancor più arduo. La sua stagione procede in maniera davvero peculiare. Ha una moto eccellente, la migliore del lotto, ha uno stile di guida perfetto e quando è in giornata non si batte. Però, ed è un grosso “però”, in questa annata ha commesso qualche errore di troppo, e non è da lui. Senza dubbio il fatto che la Ducati a inizio anno abbia voluto cambiare parecchio il progetto dalla GP21 alla GP22, invece che puntare sulla stabilità, per sfruttare l’enorme vantaggio tecnico del finale del 2021, lo ha un po’ destabilizzato, ma evidentemente gli manca ancora qualche tessera per comporre un puzzle che lo possa portare verso il titolo”.

In quanto a stagione con alti e bassi, non possiamo non citare anche Enea Bastianini…

“Senza dubbio. Purtroppo Enea nelle ultime uscite ha commesso qualche errore di troppo, ma oggettivamente ci può stare. Pensiamo piuttosto a quanto sia stato bravo lui a farci dimenticare, un anno fa, di essere un rookie, e nel 2022 di essere solamente al suo secondo anno a questi livelli. Tre gare non si vincono per caso e il suo talento è indiscutibile. E’ in un percorso di crescita importante e i passi falsi fanno parte del gioco quando ti manca ancora la giusta esperienza. La caduta di Portimao ha girato un po’ la sua annata. Stava risalendo rabbiosamente con un passo gara eccellente. Purtroppo è finito nella ghiaia e, come accade sempre, se sbagli poi te lo porti dietro anche nelle tappe successive. Il tempo è dalla sua e, nonostante tutto, è presto per darlo finito in chiave titolo”.

Se diciamo che nel 2023 il team Ducati Factory vedrà proprio il duo Bagnaia-Bastianini, cosa possiamo attenderci?

“Speriamo che sia davvero così, perchè penso che per l’Italia sarebbe davvero molto interessante. La scuderia che, al momento, è il punto di riferimento tecnico del lotto avrebbe due piloti di casa nostra e si vivrebbe una situazione quanto mai stimolante. Chi sarebbe, quindi, il primo italiano a vincere sulla Ducati in MotoGP? Poi, ovviamente, si potrebbe pensare al classico ‘due galli nel pollaio’ ma se facessero come Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, ovvero elevandosi per avere la meglio l’uno dell’altro, sarebbe davvero perfetto”.

A proposito di errori, al Montmelò abbiamo visto quello clamoroso di Aleix Espargarò che, tuttavia, non cambia la valutazione sua e della Aprilia.

“Iniziamo con il dire che la Casa di Noale ha realizzato una moto davvero di primissimo livello e la conferma arriva anche dai tempi che Maverick Vinales riesce a realizzare durante la gara quando riesce a girare senza ostacoli. L’Italia ora ha due scuderie che fanno la voce grossa e per noi dev’essere motivo di grande orgoglio. Anni fa sarebbe stata utopia solo pensarlo. Detto questo, non dimentichiamoci quello che Aleix sta facendo in questa prima parte di stagione. Non l’avevamo mai visto guidare così bene, sia il sabato sia la domenica, e con risultati di questo spessore. Dimentichiamo l’erroraccio del Montmelò e pensiamo piuttosto alla prova magistrale che stava mettendo in atto”. 

Se Ducati e Aprilia volano, Suzuki sparisce. Come giudicare questo addio?

“Un brutto colpo, non trovo altri termini. Inaspettato e che non ci voleva. Un vero peccato, perchè per me Suzuki è la ‘principessa’, il ‘violino’, emozione pura. Come dimenticarsi le gesta di Kevin Schwantz con la moto nipponica? Pagine di storia indelebili. Il team di Hamamatsu arrivava da anni di crescita, dal titolo 2020 di Joan Mir, ed era una realtà della top class. La loro decisione ha spiazzato tutti, dai piloti ai ragazzi della squadra. Inevitabile che sia giunto un contraccolpo, ed i risultati delle ultime gare, con errori assortiti, lo confermano. Penso ci sia anche un problema tecnico, specialmente per Joan Mir a livello di frenata, ma la “mazzata” rappresentata dall’ufficialità dell’addio nel 2023, ha scombussolato tutto, è inevitabile”.

A proposito di futuro. Quando rivedremo Marc Marquez tornare in MotoGP? Dalla Spagna parlano addirittura di un possibile tentativo nei test di settembre a Misano…

“Mettiamola così. Questa volta penso che non lo rimetteranno in moto in anticipo nemmeno se ce lo trascineranno sopra – scherza – Proviamo a essere chiari. Marc sa bene che nel 2020 sono stati commessi tanti errori dopo il suo incidente di Jerez, e questa volta si prenderà tutto il tempo necessario. Forzare, e tornare a settembre nei test di Misano, non avrebbe alcun senso. Noi vogliamo che un pilota simile si ripresenti solo quando sarà davvero al 100%, perchè la MotoGP ne ha bisogno ed i suoi rivali in primis. I vari Quartararo, Bagnaia, Mir e company, devono batterlo sul campo, come fece lo stesso Cabroncito con Pedrosa, Lorenzo e Rossi. Questo è il sale delle moto, e senza Marquez tutti noi perdiamo qualcosa”.

Ultima battuta sulle altre categorie. L’Italia potrà sorridere solo nella classe mediana con Celestino Vietti?

“Celestino sta mettendo in atto una bellissima annata e sta lavorando davvero nel migliore dei modi. La vittoria del Montmelò la definirei di livello perchè ha gestito tutti i giri in maniera impeccabile. La Moto2, mai come in questa occasione, regala errori e cadute a raffica gara dopo gara, anche per colpa delle gomme Dunlop che, sinceramente, non mi sembra che stiano rappresentando una dotazione soddisfacente per la categoria”.

Nella classe più leggera, invece?

“Passando alla Moto3, Dennis Foggia purtroppo si è complicato la vita. Non lo metto ancora fuori dalla possibilità di vincere il titolo, ma là davanti Sergio Garcia e Izan Guevara vanno forte e macinano punti pesanti. Dennis è reduce da due “zero” che proprio non ci volevano, specialmente quello del Mugello quando era al comando, ma ha ancora tutte le chance per rimettersi in corsa. Servirà un finale di stagione eccellente, ma lui può farcela. Discorso diverso per Andrea Migno, che era partito forte vincendo a Lusail, poi si è un po’ perso. Speriamo che riesca a tornare in carreggiata per togliersi ancora qualche soddisfazione, perchè i punti che lo separano dalla vetta ormai sono tanti”.

Foto: Sky

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