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Nuoto, i possibili nomi nuovi dell’Italia. Galossi, Cerasuolo e Tarantino gli unici emergenti in una squadra poco sperimentale

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Non c’è spazio per gli esperimenti al Mondiale di Budapest. Il “dentro tutti” degli Europei in vasca corta non si addice con la rigidità delle scelte in vista di una rassegna iridata particolare come quella di Budapest. Semmai qualche nome nuovo lo vedremo all’opera a Roma quando sarà possibile chiamare fino a quattro atleti per specialità e c’è da giurare che l’Italia, come paese organizzatore, sfrutterà in quell’occasione tutte le slot a disposizione.

Nella rosa dei 29 atleti chiamati dal Ct Cesare Butini in vista del Mondiale ungherese, però, qualche nome nuovo di grande prospettiva c’è. Tralasciando i giovani Benedetta Pilato o Michele Lamberti che hanno già dimostrato tutto il loro valore conquistando allori e finali  internazionali, il primo nome che salta all’occhio è ovviamente quello di Lorenzo Galossi.

Classe 2006, forte del 3’45” nei 400 stile libero di Riccione, il mezzofondista romano allievo di Christian Minotti, si godrà la sua prima avventura iridata con aspettative tutto sommato limitate anche se sarà bello vedersi confrontare con i giganti della specialità. Fisico da fare invidia a tanti. Lorenzo Galossi, 190 cm x 84 kg, ha strabiliato nel corso degli Assoluti primaverili di nuoto: dai 200 agli 800 stile libero, ha realizzato i nuovi primati italiani categoria “Ragazzi/Juniores”.

Volendo scomodare un grandissimo del passato recente si potrebbe dire che, fate le debite proporzioni, le caratteristiche del giovanissimo romano ricordando quelle del campionissimo australiano Ian Thorpe, anche per il modo di spaziare in tutte le specialità dello stile libero. Ha affermato di ispirarsi a Gregorio Paltrinieri per dedizione e voglia di vincere e questa è una bella notizia. Paltrinieri stesso ha fatto notare a Riccione che, se si guarda proprio al tempo degli 800 stile liberoda junior nuotò 7’51”97 nella distanza, mentre Lorenzo ha abbattuto il muro del 7’50”. Far parte di un gruppo di lavoro eccellente (guidato da Christian Minotti), con un metro di paragone come i fratelli De Tullio, è un altro aspetto favorevole.

Arriva da casa Scozzoli, il ranista azzurro emergente che risponde al nome di Simone Cerasuolo. Campione europeo juniores dei 50 rana, proprio su questa distanza con 26”85 il giovane imolese ha staccato il pass per Budapest dove affronterà la prima grande manifestazione internazionale tra i grandi.

Strappato al calcio dal tecnico Cesare Casella, Cerasuolo ha fatto passi da gigante nell’ultimo anno e già era stato protagonista agli Assoluti di dicembre alla vigilia dei Mondiali. Si ispira a Scozzoli ma non si allena tanto con il compagno di squadra che svolge lavori differenziati. Il fisico non gli manca, il ritmo anche: gli serve continuità e resistenza per potersi esprimere sui 100 allo stesso modo in cui riesce ad essere efficace sui 50. Questo è l’obiettivo inevitabile in prospettiva Parigi 2024 ma sarà bello vedere come reagirà allo stimolo di un grande palcoscenico come il Mondiale ungherese e come si porrà di fronte ai grandi interpreti di una rana un po’ “orfana” a questi Mondiali visto che mancherà sia Peaty, sia Shymanovich, non due qualunque.

In campo femminile il lampo nel buio dello stile libero veloce italiano porta la firma di Chiara Tarantino. Pugliese, come mezza squadra femminile azzurra, la giovane velocista, classe 2003 affronta il suo primo Mondiale ma non la sua prima grande manifestazione internazionale e l’obiettivo è quello di ben figurare e magari prendere le misure alle più grandi per poter metterle nel mirino nei prossimi anni. Ci proverà quantomeno a superare un turno nei 100 stile libero e cercherà di dare il suo contributo nella staffetta mista dove l’assenza di Federica Pellegrini può pesare ma la finale iridata è alla portata di questa squadra.

 

 

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