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Nuoto, Mondiali 2022: 4×100 sl, 4×200 sl e 4×100 mista. L’Italia può sognare con le staffette maschili

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Si parte dalla doppia medaglia fantastica di Tokyo, argento nella 4×100 stile libero e bronzo nella 4×100 mista. Il viaggio delle staffette azzurre fa tappa a Budapest e l’obiettivo ancora una volta è stupire il mondo intero con un movimento che, da Gwangju in poi, si è imposto a suon di successi come fra i più completi e prolifici del globo.

Nella 4×100 stile libero, oggi, l’Italia se la gioca per l’oro. Sulla carta Stati Uniti e anche Australia, pur priva di Chalmers, sono le squadre da battere e l’assenza della Russia mette la squadra azzurra nella condizione di essere quantomeno da podio ma sarà importante fare attenzione ad exploit magari anche sporadici o che preannunciano la crescita di qualche movimento, come potrebbe essere quello francese che, dopo i fasti dei primi anni 2000, è sparito dai radar ma che negli ultimi mesi, soprattutto nel settore velocità maschile, con vista su Parigi 2024, qualche segnale positivo lo ha lanciato, oppure quello ungherese che, quando si gareggia fra le mura amiche, è sempre molto performante.

Una sola novità nella formazione azzurra che si presenterà al via a Budapest: c’è Leonardo Deplano, già protagonista della stagione in vasca corta, non c’è Santo Condorelli, il cui futuro dopo Tokyo è ancora tutto da scrivere. Per il resto i motori della squadra italiana sono sempre loro, Alessandro Miressi, Manuel Frigo, Thomas Ceccon, compatibilmente con gli impegni individuali, e Lorenzo Zazzeri: cinque jet a caccia di un sogno.

E un sogno se lo vuole regalare anche la 4×100 mista che punta quantomeno a confermare l’incredibile terzo posto dello scorso anno a Tokyo. Storicamente l’Italia ha sempre sofferto in questa specialità, vuoi per una questione di tradizione, vuoi perché non sempre all’ultimo giorno gli azzurri sono riusciti ad arrivare concentrati al punto giusto, con le motivazioni dovute e anche con le energie sufficienti per ben figurare. Tante squalifiche, qualche prestazione al di sotto delle potenzialità, poi a Tokyo la svolta.

Una squadra giovanissima e vincente, con Federico Burdisso a colmare la storica lacuna della farfalla, Thomas Ceccon a giocarsela con i più forti a dorso, Nicolò Martinenghi splendido interprete della rana e Alessandro Miressi impeccabile finisseur con lo stile libero. Ci riproveranno questi quattro con l’obiettivo magari di andarsela a giocare con le due super potenze del nuoto mondiale, Australia e Stati Uniti e con la voglia di respingere l’assalto delle squadre che inseguono, a partire dai padroni di casa ungheresi.

Tutta da scrivere, infine, la storia della 4×200 stile libero, l’ammiraglia azzurra che riparte dallo splendido quarto posto di Gwangju e dal quinto di Tokyo. Riccione ha detto che c’è abbondanza di specialisti dei 200 stile libero ma manca, al momento, il picco, l’uomo in grado di fare la differenza contro i grandi interpreti mondiali in una gara equilibrata.

Questa squadra fa della compattezza il suo punto di forza, in attesa che atleti del calibro di Filippo Megli, che fu quinto nella gara individuale a Gwangju o Gabriele Detti risolvano i loro problemi fisici. Nel frattempo l’Italia può provare in qualche modo ad impensierire le grandi potenze della specialità, che sono Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti, al momento fuori portata della squadra azzurra. Il De Tullio visto a Riccione, un Detti rigenerato (la strada agli Assoluti sembrava quella giusta), Ciampi, Di Cola, Ballo e, perché no, un Galossi formato Riccione sui loro livelli migliori possono mettere in difficoltà almeno una delle squadre sopra citate e, a quel punto, il sogno podio potrebbe materializzarsi.

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