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Tennis femminile, non solo la King Cup. L’Italia dei piccoli passi si riscopre finalmente competitiva

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Fino a un anno e mezzo fa e poco più, stanti tutte le vicende che hanno segnato il post-2016 del tennis femminile, qui l’Italia aveva raccolto poco. C’erano stati, sì, i quarti di finale di Camila Giorgi a Wimbledon, ma erano arrivati in mezzo a una lunga sequela di risultati che faticavano ad arrivare, di seconde settimane che non arrivavano negli Slam.

Poi, improvvisamente, praticamente dal nulla, Martina Trevisan ha raggiunto i quarti a Parigi nell’ottobre 2020. Uno Slam strano, certo, che poi è anche quello che ha segnato l’inizio dell’epopea di Iga Swiatek. Ma da lì anche la toscana ha tratto molto. Ha sofferto parecchio di lì fino a oltre metà 2021, quando faceva fatica a vincere partite, ma pian piano si è ripresa e ha raccolto tutto con gli interessi, chiamati semifinale al Roland Garros, un obiettivo che pareva impossibile ed è diventato realtà. Della sua storia si è raccontato, ma va sottolineata la sua bravura anche nel battere la canadese Leylah Fernandez ai quarti, con quest’ultima che era stata molto brava a reagire a un infortunio per il quale, e questo le va riconosciuto, non ha fatto scene o accampato scuse, incassando con classe. La si aspettava da tanto, ha faticato per risalire, ma ora è là dove voleva essere.

Ma l’Italia non è solo la toscana: è anche la già citata Giorgi, che per un’inezia si tiene il ruolo di numero 1 d’Italia, in virtù degli ottavi raggiunti al Bois de Boulogne. La terra non è mai stata la sua superficie, e proprio per questo va rimarcato il raggiungimento degli ottavi, pur persi contro la russa Daria Kasatkina. Restano da capire le sue scelte in vista di Wimbledon, vista la mancanza dei punti in ballo, e soprattutto se riuscirà a difendere la vittoria di Montreal della scorsa estate.

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Più difficoltà, invece, per Jasmine Paolini: dopo il colpo sulla bielorussa Aryna Sabalenka le soddisfazioni sono state molto poche. Il suo mondo non è quello dell’erba, ma nella stagione sul veloce potrà cercare di dimostrare come la cavalcata di Portoroz e il ribaltone di Indian Wells facciano parte di quel più ampio processo di crescita ottenuto con Renzo Furlan. E non va dimenticata nemmeno Elisabetta Cocciaretto, che sta ricominciando a macinare terreno: buon match con la svizzera Belinda Bencic al Foro Italico, vittoria nell’ITF da 60.000 dollari di Grado e finale al WTA 125 di Makarska, in Croazia.

Tutto questo va a ricordare che l’Italia ha di nuovo assunto un adeguato livello di tennis nel suo complesso, tra le donne. Certo, non è e non può essere quello stellare degli anni d’oro, da inizio millennio fino al 2016, ma torna ad essere in buono stato. Sufficiente per battere la Francia in Billie Jean King Cup (a tal proposito, se l’ITF cominciasse a pensare di rivelare la sede delle Finals, che si giocheranno a novembre, sarebbe una buona idea).

Foto: LaPresse / Olycom

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