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Tennis, Matteo Berrettini sulla mancanza di punti a Wimbledon: “Situazione difficile per tutti, ma io vengo penalizzato abbastanza”
Reduce dal trionfo di Stoccarda al rientro dopo quasi tre mesi di stop per l’infortunio alla mano destra, Matteo Berrettini si presenta all’ATP 500 del Queen’s da campione in carica con l’obiettivo di difendere il titolo e di conseguenza conservare un posto nella top10 del ranking mondiale ancora per un paio di settimane. Già perché a Wimbledon 2022 non verranno assegnati punti (decisione ATP in risposta all’esclusione di russi e bielorussi da parte del torneo), quindi l’allievo di Vincenzo Santopadre perderà automaticamente i 1200 punti ottenuti l’anno scorso con la finale.
“La mia opinione è che per i giocatori russi e bielorussi non è facile da digerire (la loro esclusione) però allo stesso tempo anche per gli altri giocatori, non solo quelli che perderanno punti ma anche quelli che non li guadagneranno, non è stata la decisione più corretta. Soprattutto perché nel mio caso ho preso delle decisioni a livello di programmazione per non forzare la mano, saltando Parigi, e se l’avessi saputo prima probabilmente avrei cambiato qualcosa“, esordisce Berrettini nella conferenza stampa pre-torneo al Queen’s.
“Nel mio caso specifico, se dovessi vincere tre tornei di fila andrei indietro in classifica. Il ranking funziona che più giochi bene e più sali, quindi sarebbe una situazione strana. Capisco che è una situazione difficile per tutti ma nel mio caso vengo penalizzato abbastanza”, prosegue il tennista azzurro.
Wimbledon 2022, Matteo Berrettini può essere tra i favoriti? I motivi
“Avrei preferito che questa decisione fosse stata presa in modo diverso, magari chiedendo ai giocatori. Nessuno ci ha chiamato, o chiesto la nostra opinione e credo che non dovrebbe funzionare così. Forse si poteva evitare in qualche modo visto che si tratta della decisione più grande presa dall’ATP in, non so, 20 anni che io sappia”, aggiunge il finalista dei Championships 2021.
“Ho parlato con l’ATP, i vari manager e i giocatori, e pare che la decisione sia presa. Non ci saranno modifiche. Devo accettarlo. È anche difficile giocare perché hai questo pensiero in mente: io so che indipendentemente da quanto gioco bene uscirò probabilmente dai primi 20. Sarà più difficile ma bisogna giocare. Io credo che ogni giocatore andrà lì a giocare Wimbledon indipendentemente dai punti, si tratta di uno Slam e se ho letto bene sarà il record di montepremi. Io non ho visto nessun giocatore dire che non ci andrà”, dice il n.1 d’Italia.
Sul suo rapporto con l’erba: “Non è stato amore a prima vista. Giocai Wimbledon junior: mi piacque l’atmosfera, il torneo, ma non credevo sarebbe diventata la mai superficie. Dopodiché, passati quattro anni, giocai il mio primo Wimbledon nel 2018 e sentivo che mi serviva più tempo per preparare i colpi, soprattutto col mio dritto, e usavo un sacco di servizi in kick ma sull’erba non è molto efficace; la superficie non mi piaceva più di tanto”.
“Nel 2019 ho fatto la mia preparazione sui campi in erba e lì sono migliorato parecchio e poi andai a giocare la Coppa Davis in India dove giocammo sull’erba, e sin dal primo allenamento ho pensato ‘wow, mi piace proprio’. Usavo lo slice da ogni lato, il mio servizio andava bene, e poi da lì in poi… è storia. Mi piace giocare sull’erba, mi permette di essere più aggressivo che è quello che vuole il mio allenatore“, conclude il 26enne romano.
Foto: Lapresse