Ciclismo
Tour de France 2022: Pinot, Gaudu e Bardet le punte di una Francia che vuole interrompere la maledizione che dura dal 1985
Lunedì 1 luglio partirà da Copenhagen l’edizione numero 109 del Tour de France. La corsa più attesa dell’anno inizierà con una breve cronometro in terra danese, dove rimarrà per tre giorni prima di “tornare in patria” per 18 frazioni che sapranno regalare spettacolo ed emozioni.
Chi si augura di vivere emozioni ormai quasi dimenticate è il pubblico francese, ancora fermo nell’eterna attesa di rivedere un corridore francese sul gradini più alto del podio parigino al termine delle ventuno tappe. L’ultimo vincitore transalpino fu Bernard Hinault nel 1985, al termine di un quinquennio dominato dai corridori di casa. Da quel momento in poi cinque secondi posti, compreso quello per soli 8″ di Laurent Fignon, che dilapidò un vantaggio di 50″ su Greg Lemond nell’ultima crono del 1989.
Da allora nessun corridore francese c’è mai più andato realmente vicino, nonostante i tanti giorni in Maglia Gialla di Thomas Voeckler nel 2011 e di Julian Alaphilippe nel 2019 avessero fatto sognare tifosi, appassionati ed addetti ai lavori. Nel 2011 fu l’Alpe d’Huez ad essere fatale a quello che ora è il C.T. della Nazionale Francese, mentre nel 2019 la leadership fu persa nella tappa mozzata sul Col de l’Iseran.
Le speranze dei transalpini sono riposte quest’anno principalmente su tre corridori, tra nomi noti come Romain Bardet, Thibaut Pinot e David Gaudu. Il più credibile dei tre è probabilmente il primo dell’elenco: Bardet è già finito due volte sul podio della Grande Boucle, secondo nel 2016 e terzo nel 2017. Quest’anno sembrava particolarmente in forma, forse anche una forma adatta per giocarsi la vittoria del Giro d’Italia, prima che un malore lo costringesse al ritiro.
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Da allora il corridore della DSM non ha più corso, dunque la sua condizione è tutta da verificare, ma quanto fatto vedere in salita al Tour of the Alps e nella Corsa Rosa lascia ben sperare. Risulta difficile immaginarlo trionfante a Parigi, anche e soprattutto per l’inferiorità a cronometro rispetto ad altri candidati come Pogacar o Roglic, ma al Tour tutto è possibile e potrà provare ad accendere la speranza nei suoi tifosi.
Diverso il discorso per i due della Groupama. Pinot è probabilmente il più adatto per cercare un piazzamento importante nella generale, ma per quanto in ripresa, la sua condizione continua ad essere molto ondivaga. Gaudu è un corridore a cui piace attaccare, scattare e soprattutto dotato di ottimo spunto quando si arriva in un gruppetto ridotto. L’obiettivo realistico per entrambi potrebbe essere un successo di tappa ed una top10, forse poco rispetto alle aspettative in patria, ma comunque abbastanza per recitare un ruolo da protagonisti.
Foto: LaPresse