Ciclismo

Tour de France 2022, Tadej Pogacar senza avversari? Roglic eterno n.2, l’incognita pavé non lo spaventa

Pubblicato

il

Mancano ormai solo quattro giorno all’inizio del Tour de France 2022. La corsa più attesa dell’intero panorama ciclistico è pronta a monopolizzare le attenzioni di appassionati ed addetti ai lavori per tre settimane di battaglie, fatica e grandissimo spettacolo.

Nelle ultime due stagioni la Grande Boucle ha conosciuto un unico grande dominatore: Tadej Pogacar. Lo sloveno si è mostrato al mondo con tutto il suo cristallino talento nell’edizione del 2020, quando portò a compimento una storica impresa nell’ormai celeberrima ultima cronometro.

Ad uscire sconfitto quel giorno fu Primoz Roglic, suo connazionale ed altro corridore di eccelsa qualità. Dopo il ritiro forzato dello scorso anno, il tre volte vincitore della Vuelta vuole provare a scrollarsi di dosso la fastidiosissima etichetta di eterno numero 2. Una vittoria sul palcoscenico più importante varrebbe di più dei tantissimi successi ottenuti su ogni altro terreno.

Ciclismo, Elisa Balsamo: “Avere entrambe le maglie è un onore. Ho grandi speranze per il Giro Donne”

Pogacar sembra però non avere punti deboli. Le vittorie in stagione hanno già raggiunto la doppia cifra, avendo inoltre dominato le tre corse a tappe a cui ha preso parte. Le insidie non mancheranno di certo nel percorso, a partire dall’incognita della tappa con 11 settori di pavè, forse primo vero spartiacque di questa edizione. Il capitano della UAE Emirates ha però ampiamente dimostrato di non temere alcun terreno quest’anno, avendo prima dominato le Strade Bianche e poi fatto da vero mattatore al Giro delle Fiandre.

Il pronostico dunque non può che pendere verso una tripletta, risultato che proietterebbe sempre più Tadej Pogacar verso i piani più alti della storia di questo sport. Sappiamo bene però come una corsa di tre settimane, ed in particolare il Tour de France, nasconda trappole ad ogni angolo, disseminate a volta dove meno le si aspetta. Saranno tre settimane tutte da vivere.

Foto: LaPresse

Exit mobile version