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Valentino Rossi torna sul suo passato: “Nel 2015 Marquez si è comportato male. Lorenzo il rivale con cui mi sono divertito di più”

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La leggenda delle due ruote Valentino Rossi, impegnato nel weekend al GT World Challenge Europe presso il circuito olandese di Zandvoort, ha rilasciato un’intervista ricca di spunti al quotidiano transalpino L’Equipe toccando argomenti oltremodo interessanti quali la rivalità con Marc Marquez.

La prima riflessione è sul suo presente: “La mia vita è molto migliore di quella che immaginavo. Onestamente, temevo il ritiro. Ero triste quando ho preso la decisione, preoccupato durante le gare che sono seguite. Temevo la fine, temevo il mio ultimo Gran Premio. Non avevo idea che sarebbe stata una festa. Ho davvero smesso nel miglior modo possibile”.

Nonostante il passaggio alle auto l’amore per le moto resta inscalfibile:La MotoGP è stata la mia vita, la mia missione. Correre con le auto è diverso. Nemmeno la percezione del pericolo è la stessa. Cambiano molte cose. Mi piace sempre allenarmi con i piloti dell’Academy. Che sia al ranch, in motocross o sul circuito di Misano con la mia Yamaha R1, mi diverto sempre. E mi alleno come prima”.

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A diversi anni di distanza dall’epilogo del Mondiale 2015 l’amarezza non è ancora passata del tutto: “Se nel 2015 Marquez non si fosse comportato male, avrei potuto lottare per il titolo fino all’ultima gara con Lorenzo. Avevo 36 anni allora. Dal 2016, è diventato più complicato. Ma sentivo di poter ancora vincere”.

Biaggi e Lorenzo sono gli avversari che più sono rimasti impressi al numero 46: “Se devo scegliere un solo avversario con cui mi sono divertito, dico Lorenzo. Durante la prima parte della carriera mi piaceva combattere con Biaggi. Non l’ho sempre battuto in gara, ma in campionato sono sempre finito davanti a lui. Con Lorenzo è stato diverso. Lui batteva me, io battevo lui. Ho lasciato la Yamaha per colpa sua, sono tornato e lui era ancora lì. Ci siamo piaciuti, ci siamo arrabbiati, abbiamo fatto pace… Siamo stati una coppia di amanti piuttosto focosi. Negli anni ’90 c’era qualcosa di più romantico nelle corse”.

Foto: Lapresse

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