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Atletica, Antonio La Torre: “Il nostro patrimonio post-Tokyo è emerso. La 4×100 ha fallito, ora torniamo cacciatori”

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L’Italia si è distinta ai Mondiali 2022 di atletica leggera: 2 medaglie conquistate (l’oro di Massimo Stano nella 35 km di marcia e il bronzo di Elena Vallortigara nel salto in alto), 10 finali raggiunte, prestazioni convincenti da parte di diversi azzurri. Nonostante le condizioni fisiche difficili delle punte di diamante (Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi) e l’assenza di Antonella Palmisano, la nostra Nazionale ha comunque saputo dire la sua in un contesto altamente competitivo dopo le cinque medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Antonio La Torre, Direttore Tecnico della Nazionale Italiana, ha analizzato quanto fatto dalla spedizione tricolore: “Eugene era un passaggio difficile per noi e non dobbiamo nasconderci anche gli errori fatti e imparare da questi. Personalmente mi soddisfa che in un anno difficile per le nostre punte, sia emersa la consistenza del nostro patrimonio post-Tokyo. Lo sappiamo, la stagione che segue le Olimpiadi è complicata, a maggior ragione stavolta che ci son voluti cinque anni e non quattro per arrivare ai Giochi, e quindi una parte dello stress e dell’usura mentale si è riversata sulla stagione successiva“.

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Il Professore ha poi proseguito, guardando al medio e lungo termine: “Resto convinto che ci sia un telaio che può arrivare fino alle Olimpiadi del 2028. Dallavalle ha imparato più nei 5 salti di ieri che mai nella sua vita, Fantini è un lavoro che va avanti da sei anni. A Monaco confido nella fame di Nadia Battocletti, che ritroveremo. Dovremo andarci con la testa alta e i piedi per terra. Penso alla Germania, che qui praticamente non è venuta e ci sta aspettando, o alla Francia che ha lasciato a casa molti atleti in vista degli Europei”.

Il Direttore Tecnico si è soffermato sulla prestazione negativa della 4×100 maschile: “In relazione ai valori che poteva esprimere, abbiamo fallito. Vanno aggiustate alcune cose da qui a Monaco. La lezione che viene dal Canada di De Grasse, che ha rinunciato alla gara individuale in favore della staffetta, deve esserci d’insegnamento. Ho ammirato invece il temperamento della 4×400 donne e ho apprezzato che le tre staffette rimaste fuori dalla finale a Tokyo qui siano entrate”.

La chiusura è molto emotiva e agguerrita, come da ammirevole tradizione del Professore: “L’obiettivo è tornare cacciatori. Su varie situazioni a fine stagione introdurremo interventi costruttivi, in alcuni casi correttivi, ma senza creare tensioni. Avere un presidente che ne toglie aiuta tanto”. 

Foto: Fidal

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