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Atletica, Elena Vallortigara e la danza mondiale: serve il salto di lusso per una medaglia, l’azzurra sa come fare

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L’Italia non è ancora riuscita a salire sul podio ai Mondiali 2022 di atletica leggera, i primi quattro giorni di gara hanno portato in dote i quarti posti di Gianmarco Tamberi (salto in alto) e Sara Fantini (lancio del martello), oltre alla delusione atroce per il forfait di Marcell Jacobs sui 100 metri. Ci proverà Elena Vallortigara a invertire la rotta, questa notte (ore 02.40 italiane) nella finale del salto in alto.

L’azzurra si presenta con la seconda miglior prestazione mondiale stagionale (1.98 saltato lo scorso 24 giugno ai Campionati Italiani) e dopo il percorso netto del turno di qualificazione (1.93 senza errori durante il percorso). La veneta, trasferitasi a Siena da ormai sei stagioni, ha tutte le carte in regola per esprimersi al meglio: la condizione di forma appare eccellente, le gambe ci sono, la concentrazione non manca e in una gara che si preannuncia di assoluto spessore potrà assolutamente dire la sua.

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Elena Vallortigara vanta una personale di 2.02 metri, siglato a Londra nel 2018 dopo che l’anno precedente era stata vicinissima a lasciare l’attività agonistica. La 30enne, una delle quattro italiane a essere andata oltre i due metri in carriera, spera di rinverdire i fasti di Antonietta Di Martino, che ha conquistato ben tre medaglie iridate nel corso della sua carriera. La nostra portacolori, decima nel ranking internazionale, sarà chiamata a fronteggiare avversarie di lusso. Su tutte spicca l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, Campionessa del Mondo Indoor e bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che cercherà di migliorare l’argento iridato di tre anni fa: parte da uno stellare stagionale di 2.03 metri e va a caccia del titolo iridato. Anche la sua connazionale Iryna Gerashchenko è particolarmente quotata, ha uno stagionale di 1.98 e un personale di 1.99.

Molto temibile l’australiana Eleanor Patterson (quest’anno due metri al coperto), senza dimenticarsi della sua connazionale Nicola Olyslagers (1.96 nel 2002, ma capace di 2.02 nel recente passato). Da non sottovalutare l’uzbekka Safina Sadullayeva, apparsa convincente in qualifica. Più indietro nei pronostici la kazaka Nadezhda Dubovitskaya, la giamaicana Kimberly Williamson, l’estone Karmen Bruus, la slovena Lia Apostolovski, la giamaicana Lamara Distin e la rumena Daniela Stanciu. La progressione di gara sarà la seguente: 1.84, 1.89, 1.93, 1.96, 1.98, 2.00 e poi eventualmente di due centimetri in due centimetri. Centrare 1.96 al primo colpo potrebbe essere cruciale, 1.98 potrebbe risultare decisivo per le medaglie.

Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL

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