Seguici su

Atletica

Atletica, Marcell Jacobs e un Mondiale al buio. Problemi fisici e mai sotto i 10″: ma in una gara secca…

Pubblicato

il

Marcell Jacobs si presenta con tanti punti di domanda ai Mondiali, che andranno in scena dal 15 al 24 agosto a Eugene (Oregon, USA). Il Campione Olimpico dei 100 metri ha infatti attraversato una tormentata stagione all’aperto: a inizio maggio la gastroenterite che lo ha costretto ad andare a Nairobi in ospedale, poi il 18 maggio il Meeting di Savona a cui è seguito un infortunio al bicipite sinistro che lo ha obbligato a rinunciare alle gare per un mese, successivamente il rientro ai Campionati Italiani e il fastidio al gluteo che gli ha impedito di scendere in pista a Stoccolma per l’ultimo test prima della rassegna iridata.

Il Mondiale sarà dunque un tentativo al buio. Marcell Jacobs ha corso soltanto quattro volte in questa annata outdoor: due al Meeting di Savona (10.04 regolare in finale, 9.99 ventoso in batterie) e due ai Campionati Italiani (successo in 10.12 con 0,9 m/s vento di vento a sfavore). Mai sotto i 10 secondi in condizioni regolari, ma l’azzurro si sta allenando duramente nella base della Nike e punta a giocarsi tutte le sue carte nell’appuntamento più importante della stagione, dopo che in inverno ha vinto la medaglia d’oro sui 60 metri ai Mondiali Indoor.

Atletica, quando gareggiano Jacobs, Tamberi, Tortu, Stano e la 4×100 ai Mondiali: i giorni esatti dei campioni olimpici

In una gara secca può succedere di tutto e Marcell Jacobs cercherà di essere protagonista dopo l’apoteosi di Tokyo, anche se le incognite sono molteplici. Nella batterie di sabato notte capiremo quali saranno le sue condizioni fisiche e se ci saranno le condizioni giuste per un ruggito tra semifinale e la possibile finale di domenica. Fred Kerley sembra inarrivabile, gli altri americani e i lanciati giamaicani sono agguerriti, gli africani sono in rampa di lancio: per salire sul podio servirà una magia e bisognerà correrre velocissimo, se dovesse migliorare il suo personale di 9.80 su una pista rapida allora potremmo parlare di altro…

Foto: Francesca Grana/FIDAL

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità