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Atletica, Mondiali 2022: nona giornata. E’ una parata di stelle! L’Italia punta forte su Massimo Stano

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E’ una vera e propria parata di stelle l’ultima giornata dei Mondiali di Eugene con tantissimi grandi protagonisti attesi all’atto conclusivo e ben nove titoli da assegnare, la 35 km di marcia, il Decathlon, il lungo femminile, l’asta maschile, gli 800 femminili, i 5000 maschili, i 100 ostacoli femminili e le due 4×400 maschile e femminile.

La prima finale di giornata è quella che più riguarda i colori azzurri: c’è Massimo Stano a caccia di un grande risultato nella 35 km di marcia. Tanto Giappone anche nella nuova distanza, che vede super favoriti Masatora Kawano, Daisuke Matsunaga e Tomohiro Noda, che vantano i primi tre tempi al mondo in stagione ma tra i protagonisti annunciati c’è appunto anche l’azzurro Massimo Stano, oro della 20 km a Tokyo. Attenzione al canadese Dunfee (bronzo mondiale e olimpico della 50 km), al trionfatore della 50 km a Tokyo, il polacco Dawid Tomala e allo spagnolo Miguel Angel Lopez, iridato sulla 20 km a Pechino.

Nel Decathlon si disputano le gare della seconda giornata: il canadese Damian Warner, campione olimpico in carica, punta al primo titolo mondiale ma gli avversari non mancano. Ci sono il tedesco Niklas Kaul, campione del mondo a Doha, il primatista mondiale Kevin Mayer, il giovane statunitense Kyle Garland, gli australiani Moloney-Dubler, l’estone Uibo,  Victor di Grenada e Owens di Portorico.

Uno dei pochi verdetti già scritti alla vigilia di Eugene 2022 è l’oro di Armand Duplantis nel salto con l’asta: da vedere solo quale misura riuscirà a superare. Per lo svedese sarebbe il primo titolo iridato. In lotta per le altre posizioni del podio lo statunitense Chris Nilsen e il brasiliano Thiago Braz, campione olimpico a Rio, apparsi entrambi in ottima condizione in qualificazione, i norvegesi Lillefosse e Sondre Guttormsen, il filippino Obiena, il tedesco Lita Baehre, il belga Broeders,  l’olandese Vloon e, perchè no, il veterano francese Renaud Lavillenie, vicino al passo d’addio.

Nel lungo donne la favorita numero uno per l’oro risponde al nome di Malaika Mihambo: la tedesca campionessa olimpica ha dimostrato a più riprese di essere la numero uno e la battaglia per l’oro è con la serba Ivana Vuleta, ex Spanovic, capace di arrivare a 7.06 in stagione. Tanta Europa anche nella lotta per gli altri posti sul podio con la svedese Sagnia, la britannica Ugen ma attenzione anche al contingente africano con la nigeriana Brume e la ghanese Acquah. Gli Usa, in assenza di Nichols, si affideranno a Moore.

Nel 100 ostacoli la favorita numero uno è la portoricana Jasmine Camacho-Quinn ma se la dovrà vedere con la primatista mondiale Kendra Harrison, argento a Doha e Tokyo e miglior prestazione stagionale. In lotta per il podio l’emergente Alaysha Johnson, l’altra americana Armstrong, la campionessa uscente Nia Ali, la nigeriana Tobi Amusan e le giamaicane, la giovane Anderson data in gran forma e le più esperte Tapper (bronzo olimpico) e Williams (un titolo mondiale), oltre alla polacca Skrzyszowska.

Gara da vivere tutta d’un fiato, gli 800 femminili, con tante protagoniste di altissimo livello. La favorita numero uno resta la campionessa olimpica statunitense Athing Mu ma attenzione anche alla  giovanissima britannica Keely Hodgkinson possono dar vita a una delle finali più interessanti dell’intero Mondiale. Da non sottovalutare la keniana Moraa e l’etiope Welteji, capace di creare non pochi grattacapi a Mu in batteria. La sorpresa, in  chiave podio, potrebbe arrivare dalla Giamaica con Natoya Goule in grande condizione.

La grande rabbia di Jakob Ingebrigtsen per aver perso i 1500 potrebbe fare la differenza in una gara che più incerta di così non si può. Non ha impressionato in batteria il campione olimpico ugandese Joshua Cheptegei, che quest’anno si è visto poco ma ha la classe per piazzare la zampata vincente. Nutrito e qualificato il contingente africano al via con i keniani Kipkorir, Ebenyo e Krop, il trio delle meraviglie dell’Etiopia Barega-Kejelcha-Edris, due volte vincitore uscente. Attenzione anche al canadese Ahmed, argento olimpico, e allo statunitense Fisher.

Le sette medaglie d’oro USA nelle ultime otto edizioni lasciano intendere chi sia la grande favorita della 4×400 maschile ma attenzione anche alle squadre caraibiche: Repubblica Dominicana, Giamaica, Trinidad e Tobago. Dall’Europa Olanda e Belgio su tutte. L’Italia sarebbe una delle formazioni da battere con tutti i suoi elementi al meglio ma bisognerà attendere che si rimettano.

L’incertezza regna sovrana nella 4×400 femminile: gli Stati Uniti vogliono cancellare lo zero in finale individuale e possono contare su una squadra compatta anche se senza grandi picchi ma con due fuoriclasse di altre specialità come Mu e McLaughlin che possono innalzare e non poco il tasso tecnico della formazione a stelle e strisce. La Giamaica, che potrebbe essere considerata la favorita numero uno, è stata l’unica a interrompere la collana degli ori statunitensi dell’ultimo decennio (a Pechino 2015). Polonia lanciata verso una prestazione da podio, anche se Swiety-Ersetic non è quella degli anni migliori ma se la dovrà vedere per la leadership europea con l’Olanda di Femke Bol e anche con una Gran Bretagna molto solida.

Foto Colombo Fidal

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