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Atletica, Mondiali Eugene 2022. Finale dell’alto tutta in salita ma con Gianmarco Tamberi mai dire mai

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Gianmarco Tamberi scenderà in pedana questa notte con le sembianze di un sopravvissuto e, partendo dalla qualificazione rocambolesca, cercherà di costruire l’ennesimo capolavoro della sua carriera che potrebbe tradursi anche solo in un bronzo. Al momento la lotta con il suo compagno di podio a Tokyo Barshim e con un coreano Woo sembra, sulla carta, impari.

I due protagonisti annunciati del Mondiale di Eugene hanno qualcosa in più rispetto all’italiano e non solo perché Tamberi non ha pensato solo al salto in alto nella stagione post-olimpica oppure perché era in procinto di staccarsi dal papà come allenatore, ma perché l’azzurro è alle prese con un problema fisico fastidioso che non gli permette di saltare come vorrebbe.

Tamberi ha fatto vedere proprio in qualificazione di che pasta è fatto. E’ un agonista capace di sfoderare una prestazione inattesa, di attirare su di sé le energie positive del pubblico, di far girare le situazioni di gara dalla propria parte. Gli altri lo sanno e un po’ temono questa imprevedibilità perché se l’asticella dovesse alzarsi e lui essere ancora in gara ecco che il suo carattere e l’esperienza potrebbero fare la differenza.

La finale sembra un affare a due tra Barshim, rappresentante del Qatar, che ha impressionato anche sabato per la qualità del gesto tecnico e la tranquillità con cui ha affrontato i turni di qualificazione e il coreano Woo, già iridato indoor e anche lui apparso in grandissima forma. Gli outsider più accreditati sono il canadese Lovett, il neozelandese Kerr Moura, lo statunitense JuVaughn Harrison.

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