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Atletica, pagelle Italia Mondiali: Stano superstar. Troppi infortuni ma Vallortigara insegna che bisogna saper aspettare

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PAGELLE ITALIA MONDIALI ATLETICA 2022 

MARCO FASSINOTTI 6.5: 2.25 è una misura in linea con le aspettative della vigilia e con quanto mostrato in stagione. Non riesce a fare il colpaccio a 2.28 ma la sua resta comunque una qualificazione positiva. E’ ad un passo dai migliori e i presupposti tecnici ci sono per crescere ulteriormente

LORENZO BENATI 6.5: Parte fortissimo, con una prima frazione under 46” della 4×400 mista che contribuisce non poco alla qualificazione in finale della formazione azzurra. Poi, però, in finale nella mista e nella batteria della 4×400 non riesce a ripetersi, spegnendosi nel finale e chiudendo con tempi più alti anche se più che dignitosi.

ALICE MANGIONE 7: Poco più di sei mesi fa era sotto i ferri, a Eugene disputa due finali in staffetta. Non c’è ancora la brillantezza del 2020 e del 2021 ma non potrebbe essere altrimenti. In ogni caso combatte, dà tutto quello che ha e comunque si fa valere anche in termini cronometrici. L’unico neo la prova individuale dove si poteva fare meglio ma conclude con 5 da 400 e una doppia finale. Applausi.

BRAYAN LOPEZ 6.5: Nella 4×400 mista molto bene in batteria dove serviva una prova maiuscola che è arrivata, in finale se la gioca con Nigeria e Irlanda e si difende con le unghie. Nella batteria della 4×400 maschile ci prova, non gli manca grinta e buona volontà ma nel finale paga dazio. Resta comunque un Mondiale da ricordare.

AYOMIDE FOLORUNSO 8,5: Manca solo la ciliegina sulla torta della finale nei 400 ostacoli perché sia un Mondiale straordinario. E’ comunque un grande Mondiale: il record italiano nei 400 ostacoli, quattro frazioni di altissima qualità in staffetta dove disputa due finali da assoluta protagonista. E’ una delle atlete azzurre di riferimento della kermesse iridata.

SARA FANTINI 7.5: Si vede già dagli ultimi due lanci di qualificazione che le permettono di volare nella finale iridata che ha tutto per essere protagonista ad alti livelli. Meccanismi oliati, poco spazio alla tensione, misure eccellenti. Primo Mondiale, tanta pressione addosso, quarta misura di iscrizione, sesta misura di ingresso in finale. Non si fa condizionare e disputa una prima parte di finale impeccabile che le permette di portare a casa un quarto posto che non può che essere soddisfacente. Per il podio serviva un lancio vicino al personale che è anche il record italiano. Non è arrivato (i personali a Eugene non fioccano nei lanci) ma fa lo stesso: un quarto posto da cui spiccare il volo, magari già in vista degli Europei.

VALENTINA TRAPLETTI 8: Che gara della marciatrice lombarda che non si lascia ingolosire dal ritmo delle cinesi, imposta il suo passo tenendo nel mirino le protagoniste assolute e pian piano va a riprendere chi paga dazio alla fatica e alle energie spese nella prima parte. Ottava al mondo con un crono molto vicino al personale: Valentina Trapletti entra in un’altra dimensione.

NICOLE COLOMBI 4.5: Prima parte di gara all’insegna della prudenza, poi qualche imperfezione tecnica le costa lo stop e successivamente la squalifica che arriva troppo presto. Lezione da imparare per il futuro.

FRANCESCO FORTUNATO 6.5: La sua gara non è male: 15mo, quarto in Europa, un crono tutto sommato soddisfacente ma resta qualche piccolo rimpianto per quella bella rimonta negli ultimi chilometri. E se fosse partito prima, visto che le energie non mancavano: qualche rimpianto c’è, inutile negarlo.

GIANLUCA PICCHIOTTINO 5: Gara anonima, lontano dai propri tempi migliori e dai protagonisti della gara. Forse ha pagato lo scotto del debutto a questi livelli ma da lui ci si attendeva qualcosa di più.

AHMED ABDELWAHED 6.5: Soffre, troppo, in qualificazione. La finale non era forse la gara da protagonista che avrebbe voluto ma, in questa fase, bisogna accontentarsi. Resta nel gruppo di testa per tre quarti di gara e poi deve alzare il piede dall’acceleratore. Chiude 12mo, migliorandosi di due posti rispetto alla finale olimpica. E’ già qualcosa nel suo percorso di crescita.

ELISA MOLINAROLO 5: Non erano puntati su di lei i fari di appassionati e addetti ai lavori e questo avrebbe dovuto toglierle quella pressione che invece ha sentito. I tre errori netti a 4.50 non lasciano spazio a rimpianti per la finale mancata.

ROBERTA BRUNI 4: Una stagione vissuta all’insegna della continuità e di qualche lampo che lasciava ben sperare e la gara peggiore è arrivata proprio nell’occasione più importante. Solo al secondo tentativo ha dato l’impressione di poter aggredire il 4.50 che l’avrebbe portata in finale ma in finale ci sarebbe andata anche senza quel sanguinolento errore a 4.35 e qui il rimpianto non può che essere enorme.

SINTAYEHU VISSA 6: Esce forse troppo presto dal vivo della gara ma quelli per lei sono ritmi insostenibili. Con un guizzo nel finale si regala qualche speranza di superare il turno ma dura poco. Resta comunque una prova dignitosa.

FEDERICA DEL BUONO 4.5: Brillante per tre quarti di gara, crolla letteralmente nell’ultimo giro e soprattutto nel rettilineo finale fallendo clamorosamente l’obiettivo più che plausibile della qualificazione in semifinale nei 1500. Non è riuscita ad arrivare in forma al momento giusto.

MARCELL JACOBS N.G.: Una batteria e poi l’addio per un risentimento muscolare. La speranza è di rivederlo al più presto gareggiare senza guai fisici.

CHITURU ALI 4.5: Mai realmente in gara nella batteria individuale. Macchinoso in partenza, imballato nella fase centrale, sicuramente non al meglio fisicamente e la conferma arriva anche nell’ultima frazione della 4×100. Le attenuanti ci sono, da rivedere quando sarà al meglio.

LEONARDO FABBRI 4.5: Non decolla il lanciatore fiorentino che si ferma alla qualificazione e non avvicina nemmeno la linea che avrebbe significato ingresso in finale. Continua a non trovare più i meccanismi giusti dopo l’infortunio dello scorso anno. Va aspettato.

NICK PONZIO 6.5: Benissimo in qualificazione con 21 metri al debutto e 21.35 che risolve ogni incertezza. I finale non è stato fortunato, è vero, perchè quel centimetro che lo ha estromesso dagli ultimi tre lanci ha spento la luce su una gara che poteva e doveva prendere un’altra piega. Dimostra ancora una volta qualche difficoltà quando la posta in palio è alta ma la base è ottima.

OTTAVIA CESTONARO 5: Per la finale avrebbe dovuto fare un miracolo, andando dalle parti del personale ma resta troppo lontana da quelle misure e non entra mai realmente in partita con due salti mediocri e un nullo.

MARIO LAMBRUGHI 4.5: Una qualificazione ampiamente alla sua portata per la semifinale dei 400 ostacoli svanisce per una gestione di gara discutibile dell’azzurro che spende tanto nella prima parte e, dai 300 metri in poi, non ne ha più. Prova a salvarsi nel finale, ma il suo tempo è il primo degli esclusi. Anche un po’ di sfortuna ma le potenzialità erano decisamente più elevate.

ZAYNAB DOSSO 7: Il percorso di crescita della giovane velocista azzurra prosegue e Eugene si rivela una tappa molto importante. Un turno superato nella gara individuale, con tempi di tutto rispetto, due lanci di buon livello (con un piccolo calo nella finale) nella 4×100. Disputa la sua prima finale iridata, non va lontano dai suoi migliori tempi. La ragazza c’è, eccome e non solo per l’indoor.

GAIA SABBATINI 5: Rischia in batteria volendo a tutti i costi passare dall’interno e poi non trae insegnamento dagli errori del giorno prima in semifinale quando corre per tre quarti di gara all’esterno e poi cerca varchi all’interno in volata. Stavolta non li trova e causa la caduta della rivale Nanyondo, venendo squalificata. Sanzioni disciplinari a parte, le potenzialità ci sono tutte, forse quella di Eugene non è la sua migliore versione.

DAVIDE RE 5.5: Tutte le attenuanti del caso per il ligure che esce subito di scena nei 400 al termine di una gara complicata. L’infortunio, la difficile ripresa, il Covid una settimana fa. La fortuna sembra avergli girato le spalle. Non è tutto da buttare quello che si è visto: da lì bisogna ripartire per tornare sui livelli del 2019.

EDOARDO SCOTTI 5.5: Idem come sopra. Arriva da una stagione difficilissima per via di tanti problemi fisici e anche lui ha dovuto fare i conti con il Covid poco prima della gara. Nella gara individuale ci ha provato con la solita distribuzione che gli permette di essere brillante nel finale ma stavolta la benzina in corpo era troppo poca e poca era anche nell’ultima frazione della 4×400 dove non è mancata la generosità. Classe e intelligenza tattica ci sono, va ritrovata possibilmente in fretta la migliore condizione.

GIANMARCO TAMBERI 7.5: Si è passati dal “l’importante è partecipare” post qualificazione al rammarico per una medaglia mancata per un soffio. E dire che ormai tutti dovrebbero avere imparato che quando di mezzo c’è Tamberi e la posta in palio è alta non si può mai dare nulla per scontato. Mette da parte per le due ore della finale tutti i problemi della marcia di avvicinamento e inanella una serie di qualità per quelle che sono le sue condizioni attuali. Si salva a 2.30, supera 2.33 stabilendo il personale stagionale, ci prova fino alla fine sbattendo contro un Woo che adesso è più forte di lui e contro un Protsenko che indovina la gara della vita dopo aver rischiato di uscire di scena alle misure più basse. Applausi e tante speranze in vista degli Europei di Monaco e, perchè no, i Mondiali del prossimo anno a Budapest, nella speranza che il fisico regga.

FILIPPO TORTU 7: Un passo avanti nel percorso che lo sta già portando a diventare uno specialista dei 200. Già in batteria mostra buone cose con 20″18, in semifinale la sfortuna si presenta sotto forma di un lampo che dura tre millesimi di secondo e che lo estromette, nonostante il personale a 20”10, da una finale che avrebbe meritato. In staffetta si sacrifica, lasciando l’ultima frazione ad Ali ma non basta. Non è un Mondiale da ricordare per i risultati ma la speranza è che lo sia per la svolta della sua carriera.

FAUSTO DESALU 5: Non era al meglio e a questi livelli si può fare poco quando la condizione non è al massimo. Nella batteria dei 200 lascia ben sperare per 150 metri, poi manca proprio la benzina che solo il lavoro continuativo ti può dare e che la sfortuna, sotto forma di infortunio, gli ha tolto nell’ultimo periodo. Anche in staffetta il suo apporto è limitato ma quello è il massimo che può dare oggi.

DALIA KADDARI 7.5: A livello individuale aveva un compito: superare il primo turno dei 200 e lo ha assolto brillantemente, lasciandosi alle spalle in batteria rivali sulla carta più forti di lei. Bene anche in staffetta dove inanella un paio di buone frazioni. Atleta in crescita costante che può prendersi belle soddisfazioni anche in ambito europeo.

DAISY OSAKUE 4: Un lancio lontanissimo dai suoi migliori e dalla misura che serviva per la qualificazione e due nulli. Il Mondiale della finalista olimpica del disco è tutto qui. Troppo poco.

ELENA VALLORTIGARA 9: Una meraviglia la sua qualificazione e la sua finale. Zero errori fino a 2 metri compresi, a un soffio dal personale, a rinverdire i fasti che furono di Sara Simeoni e Antonietta Di Martino. Carattere, tecnica, determinazione, desiderio di riscatto: c’è tutto questo nelle due ore che portano Elena Vallortigara al bronzo iridato. Migliora il personale stagionale e, nel secondo tentativo a 2.02, dà l’impressione di essere vicinissima a quella misura che poteva aprire le porte del Paradiso, che poteva sancire la gara perfetta. Basta andare a vedere le misure della scorsa stagione per capire che in un anno è cambiato tutto e adesso la sfortuna deve stare lontana da questa campionessa.

REBECCA SARTORI 6.5: Miglior tempo di ripescaggio e quinto posto in batteria. In semifinale ha lottato dall’inizio alla fine senza riuscire ad evitare l’ultimo posto. Una stagione in cui non si ferma mai ma la condizione c’è e va sfruttata.

LINDA OLIVIERI 6: Superare il primo turno era l’obiettivo e, seppure per il rotto della cuffia, ce l’ha fatta. In entrambe le prove bene fino ai 250 metri, poi le manca brillantezza nel finale e perde contatto con le migliori. Deve lavorare ma la base è buona.

CATALIN TECUCEANU 6.5: Una condotta di gara strana ma efficace a metà. In batteria si fa staccare e dai 600 metri in poi fa partire una progressione micidiale che gli regala il quarto tempo complessivo delle batterie, nonché primato personale. In semifinale stessa storia ma gli avversari sono di un altro livello e la rincorsa disperata nell’ultimo rettilineo che lo porta al quarto posto e fuori dalla finale lascia con l’amaro in bocca. L’impressione è che la sua volata ce l’abbiano davvero in pochi al mondo. Se affina la parte tattica può regalarsi enormi soddisfazioni.

ELENA BELLÒ 6.5: In batteria le viene impedito di dimostrare quanto vale. Viene colpita mentre si sta lanciando per la volata che è la specialità della casa. In semifinale non riesce ad esprimersi per ciò che vale realmente ma l’impressione che possa stare tra le migliori al mondo è confermata. Nel percorso di crescita ci sta anche quersta piccola delusione.

EMANUEL IHEMEYE 8: Sarà che giocava in casa, sarà per quel 17.13 fatto con relativa facilità in qualificazione, forse ci si attendeva qualcosa in più dall’azzurro che comunque va a prendersi un quinto posto al debutto mondiale e non è poco. Bravo a crederci fino alla fine, ancora da sistemare molte cose dal punto di vista tecnico.

ANDREA DALLAVALLE 7: Tra i grandi del salto triplo c’è anche il giovane azzurro che sfiora il risultato storico chiudendo al quarto posto con un ottimo 17.25. Non era al meglio, Dallavalle, eppure, dopo una qualificazione piuttosto sofferta, ha disputato un’ottima gara, in un contesto non semplice, che lo proietta nell’elite della specialità. A 6 centimetri c’era il bronzo, peccato. Ha comunque dimostrato di essere un lottatore e ci riproverà, il tempo non gli manca.

TOBIA BOCCHI 5.5: Servivano 10 centimetri in più al bronzo dei Giochi del Mediterraneo di Orano per andarsi a prendere una bella finale. Parte con 16.58 e poi va in calando. Segnali non bellissimi anche in prospettiva Europei, ma senza infortuni le cose possono cambiare in poco tempo.

ANNA BONGIORNI 6.5: Fa il suo nella fase di corsa, da rivedere il cambio con Vittoria Fontana che dà problemi sia in semifinale che in finale.

VITTORIA FONTANA 6: Rischia di compromettere tutto in semifinale con una partenza anticipata che costringe Bongiorni a uno scatto repentino per consegnargli il testimone. Si rifà con la fase lanciata. In finale ancora problemi al cambio e ancora una fase di corsa più che accettabile.

LORENZO PATTA 6: Nella batteria della 4×100 il suo lo fa. Parte discretamente e consegna il testimone da quarto con una prova sicuramente sufficiente.

ANNA POLINARI 6.5: Nella batteria della 4×400 parte bene, poi nel finale paga dazio a causa di una distribuzione non perfetta. In finale riesce a fare meglio, con una ottima distribuzione

VIRGINIA TROIANI 7: Il suo lo fa e anche bene. Non esagera in semifinale e ha abbastanza benzina per offrire un buon cambio a Mangione. In finale prova il tutto per tutto e paga un po’ dazio negli ultimi metri

VLADIMIR ACETI 5: Troppo poco il 45″75 lanciato per poter sperare di recuperare qualcosa. Non è al meglio, forse anche a causa del Covid, e si vede.

MASSIMO STANO 10: Che gara, che spettacolo! Sempre in controllo, con autorità e determinazione. E’ lui che fa la selezione, è lui che si prende tutte le responsabilità del caso nei momenti decisivi, senza mai farsi prendere dal panico quando in avvio il giapponese va in fuga mettendo paura un po’ a tutti. Riporta dopo 19 anni l’Italia sul gradino più alto del podio in un Mondiale. Fuoriclasse vero

ANDREA AGRUSTI 5: Imposta una gara di rincorsa che forse non fa per lui. Non è al meglio della condizione causa Covid e quando accusa la fatica ne risente la qualità della marcia che non gli permette di concludere la gara. Da rivedere in condizioni normali.

Foto FIDAL COLOMBO/FIDAL

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