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Ciclismo su pista, Ivan Quaranta e la rinascita della velocità: “Qualifichiamoci a Parigi 2024, poi a Los Angeles faremo grandi cose”

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Abbiamo raggiunto telefonicamente Ivan Quaranta, quarantasettenne di Crema oggi tecnico azzurro e collaboratore di Marco Villa nel crescere i pistard della velocità e del keirin. Quaranta è stato un velocista puro, professionista dal 1996 al 2008 e nel suo palmarès vanta ben 39 vittorie su strada e oggi sta mettendo a frutto la sua esperienza prendendo spunto anche da altri settori come la bmx.

L’Italia nella velocità sta rinascendo dopo tanti anni. Qual è stata la svolta? 

“Sicuramente la Federazione ci crede molto e quindi ha sposato questo progetto. Io sono al fianco di Marco Villa nel settore veloce e credo che questa sia stata una scelta giusta. La velocità è una disciplina particolare e i ragazzi giovani vogliono sfondare nella strada e quindi si fa fatica a trovare corridori che abbiano voglia di impegnarsi in questa disciplina. Negli anni si è persa un po’ la passione per il settore veloce perché non si vedeva un futuro e un giovane oggi preferisce andare dove vede maggior crescita. Sembra inoltre che ci sia interesse anche da parte di alcuni Gruppi Sportivi e questo è fondamentale per poter dare ai ragazzi anche un supporto economico”.

Matteo Tugnolo viene dalla bmx: come avete capito che aveva le caratteristiche del velocista?

“Le doti da velocista le hanno tutti quelli che arrivano ad alti livelli nella bmx e assomiglia molto alle discipline che si fanno in pista nel settore veloce. Con Tommaso Lupi, che è il ct della bmx, oltre ad una grande amicizia ci lega un gran bel rapporto lavorativo e quindi ci confrontiamo molto. E poi non nascondo di tenere sotto controllo anche altri sport…” .

Nella velocità e nel keirin gioventù ed esplosivitá sono importanti: Tugnolo puó provarci giá a Parigi 2024?

“Tugnolo ha 19 anni e quindi a Parigi sarà giovane. Non credo che possa ambire al podio, anche se glielo auguro con tutto il cuore, però ci sono corridori che hanno una maggior esperienza. E’ un bel gruppo di giovani e potremmo sicuramente ambire alla qualificazione e poi pensare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Credo molto in lui così come la Federazione”. 

Mattia Predomo per le prossime Olimpiadi è giovane. A cosa può puntare? 

“Prima di tutto alla partecipazione, è molto giovane. Sarebbe già buono qualificarsi. Tempo al tempo, non c’è fretta. Per le Olimpiadi di Los Angeles invece saranno più grandi e lì secondo me potrà ambire a qualcosa di grande. Fa parte di un gruppo di giovani molto talentuosi e che fanno ben sperare”.

Prodomo è fenomenale nel corpo a corpo: cosa deve fare per migliorare anche nel tempo di qualificazione?

“Abbiamo lavorato molto sui materiali, rapporti e aerodinamica. Mattia è forte nel corpo e corpo ed è carente nei 200 metri lanciati rispetto al potenziale che ha e quindi secondo me non riesce ad esprimere tutto che può dare. Dobbiamo lavorarci perché secondo me può migliorare ancora molto”. 

Quali sono le prospettive di questo gruppo di ragazzi giovani della velocità?

“Bisogna cercare di porsi degli obiettivi raggiungibili e cercare di fare molta esperienza. Crediamo molto in questi ragazzi, hanno un bel futuro davanti a loro. Però tempo al tempo”. 

Questi ragazzi dovrebbero specializzarsi nella velocità o possono pensare anche ad un futuro su strada?

“Noi la strada la usiamo per completare la fase di preparazione e quindi ci alleniamo anche su strada. Quando si passa Under, per quanto riguarda il settore velocità, bisogna specializzarsi. Fino agli Juniores si riesce ancora a fare qualche gara ma poi è meglio specializzarsi. Nella velocità si pesa molto e quindi su strada sei appesantito e diventa quindi difficile”. 

Il prossimo passo è rilanciare anche la velocitá femminile: cosa state facendo a riguardo?

“Stiamo lavorando bene anche con le ragazze. La prima fase è di reclutamento, come per gli uomini. Dobbiamo aspettare che anche loro capiscano di poter avere un bel futuro anche nel settore veloce e quindi in quel momento si avvicineranno dei bei talenti”.

Cosa è mancato invece a Miriam Vece finora per esplodere?

“A Miriam sono mancati degli anni di lavoro. Stiamo lavorando bene e in vista di Parigi 2024 potrà essere competitiva”.

Foto: Federciclismo

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