Formula 1

F1, Ferrari senza leader in squadra: difficile lottare per un Mondiale su queste basi

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Ci si sta già proiettando in F1 al 13° round del Mondiale 2022. Dopo l’appuntamento di Le Castellet (Francia), il Circus guarda all’Ungheria. Sull’Hungaroring la Ferrari spera di cancellare i risultati poco positivi della tappa transalpina, anche se a 10 GP dal termine si ha la netta sensazione che il titolo mondiale sia un miraggio.

L’errore di Charles Leclerc ha infatti privato il monegasco di 25 punti potenziali e nello stesso tempo ha rafforzato la leadership dell’olandese Max Verstappen, con 63 lunghezze di margine sul ferrarista in graduatoria. E’ chiaro che allo stato attuale delle cose servirebbe una specie di “miracolo”, ma soprattutto sarebbe necessario un cambio di passo nella gestione della scuderia di Maranello.

Nel corso di questo campionato, infatti, si è percepito piuttosto chiaramente quanto la Gestione Sportiva sia afflitta dalla mancanza vera di leadership. Nei fatti, nei ruoli cardine, non c’è un’abitudine alla vittoria e questo aspetto, quando si hanno pochi secondi per prendere delle decisioni, si nota piuttosto chiaramente.

F1, Charles Leclerc è una “cicala”, ma anche Senna cominciò così. Max Verstappen è “meglio” di Schumacher e Stewart!

Le strategie spesso discutibili della Rossa derivano tanto da questo aspetto e, se vogliamo, anche gli errori dei piloti possono originarsi da un contesto caotico. Se è vero che Verstappen è stato quasi perfetto (fortunato a Barcellona), lo è altrettanto che l’orange possa contare su un asset decisamente più solido e rodato in una lotta iridata.

Nel caso di Leclerc, già privo dell’esperienza da titolo in F1, di rassicurazioni in squadra non ce ne sono molte e gli episodi che l’hanno visto protagonista nel ruolo di “vittima” sono stati molteplici:

  • i problemi tecnici a Barcellona e Baku, dove era in testa
  • le letture discutibili ai box nelle gare di Montecarlo e di Silverstone
  • il problema all’acceleratore in Austria.

 

La constatazione è che il monegasco abbia dilapidato un numero considerevole di punti per gli episodi citati e si sia trovato spesso a correre non con il supporto dovuto della squadra. Non si vuole di certo, però, giustificare i suoi evidenti errori a Imola o a Le Castellet, però è chiaro che la serenità non alberga sotto l’insegna del Cavallino Rampante. In queste condizioni una macchina competitiva non può bastare.

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