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F1, Ferrari veloce e fragile: mai così davanti alla Red Bull sul passo, ma che occasione persa per la classifica costruttori…

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Che Ferrari! C’è poco da dire, oggi a Spielberg il Cavallino Rampante ha sovrastato il Toro Red Bull senza “se” e senza “ma”. La chiave della superiorità della Scuderia di Maranello è stata la gestione degli pneumatici. Indipendentemente da quale fosse la mescola, non solo la F1-75 volava sia con le medie che con le dure, ma al contempo non soffriva particolarmente per il degrado. Al contrario, la RB18 si è dimostrata decisamente più scorbutica, in quanto ha sforzato le gomme in maniera molto più marcata delle Rosse, uscendo inevitabilmente sconfitta dallo scontro diretto.

La Ferrari può giustamente festeggiare una vittoria meritatissima, che segna il ritorno di Charles Leclerc al successo esattamente tre mesi dopo quello ottenuto in Australia. Cionondimeno, resta un retrogusto amaro. Oggi la doppietta era ampiamente alla portata. Anzi, diciamo pure che era cosa fatta, perché Carlos Sainz non avrebbe avuto alcun problema a sorpassare Max Verstappen, in affanno. Purtroppo lo spagnolo si è dovuto ritirare proprio nel momento in cui stava per lanciare l’assalto decisivo, in quanto la sua power unit è letteralmente andata arrosto. Da quanto tempo non si vedeva una monoposto di F1 prendere fuoco a causa di un problema tecnico come la Rossa numero 55?

Purtroppo l’affidabilità rimane una piaga. Anzi, è il principale tallone d’Achille della Ferrari. Con quello di oggi, siamo giunti a quota 4 ritiri dovuti a un problema all’unità motrice, peraltro equamente divisi tra i due piloti. D’accordo, anche Red Bull ha un numero analogo di DNF causati da guasti. Tuttavia bisogna sottolineare come quasi tutte le rotture della RB18 siano arrivate a inizio stagione (due in Bahrain ed una in Australia) mentre la F1-75 si sia fermata quattro volte nelle ultime sei gare. Insomma, quelli di Milton Keynes apparivano difetti di gioventù. Al contrario, Maranello potrebbe aver lasciato da parte qualsiasi cautela e spinto al massimo sul piano prestazionale.

VIDEO F1, la Ferrari di Carlos Sainz va in fiamme! Il pilota esce dalla macchina, stava per superare Verstappen

In effetti oggi c’erano due grandi variabili. L’usura delle mescole e le temperature d’esercizio delle power unit. Entrambe si sono rivelate determinanti. Già ieri il Cavallino Rampante aveva mostrato di essere più delicato con gli pneumatici e, senza dubbio, la pioggia caduta in mattinata ha cambiato le condizioni dell’asfalto, divenuto meno gommato e più abrasivo, quindi amico delle Rosse. Al contempo, però, un motore ferrarista ha reso l’anima nel modo più spettacolare possibile, cedendo di schianto.

Il ritiro di Sainz incide relativamente nel Mondiale piloti (Leclerc recupera 3 lunghezze meno di quanto avrebbe potuto), ma pesa come un macigno nella classifica costruttori. La Ferrari avrebbe potuto essere a -35, invece è a -56. Ventuno punti “bruciati”, è proprio il caso di dirlo. Un peccato, soprattutto perché la gara di Sergio Perez è durata, di fatto, cinque curve.

È questo il DNA della F1-75? Tanto bella e veloce quanto fragile? Una splendida libellula rossa destinata a tenere sempre con il cuore in gola chi la ama? Com’è, come non è, la Scuderia di Maranello continua a raccogliere meno di quanto semina. Quando non si tira la zappa sui piedi da sola, capita che si danneggi il manico e qualche scheggia causi dolorose ferite.

Foto: @RACINGPICTURE

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