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Formula 1
F1, la lotta insensata tra Charles Leclerc e Carlos Sainz: lo spagnolo attacca, Ferrari deve farsi sentire
Nella giornata di ieri, in sede di presentazione della Sprint, avevamo scritto su queste stesse pagine come uno dei tre fattori determinanti per consentire a Charles Leclerc di arginare Max Verstappen avrebbe dovuto essere l’assenza di fuoco amico, ovverosia il fatto che il monegasco potesse concentrarsi sulla Red Bull davanti a sé, senza preoccuparsi dell’altra Ferrari alle sue spalle. Puntualmente, invece, il friendly fire di Carlos Sainz ha “danneggiato” il ventiquattrenne del Principato, poiché l’iberico ha più volte attaccato il compagno di squadra nelle prime fasi della mini-gara. Il risultato? Semplicemente far perdere tempo a Leclerc, perché dopo la scaramuccia Charles ha agilmente preso il sopravvento sulla vettura gemella.
Il termine “danneggiato” è stato messo tra virgolette perché, in realtà, il madrileno non ha fatto nulla di male. Ha colto al volo l’opportunità di issarsi in seconda posizione alla prima curva, lanciando poi un assalto a Verstappen al tornantino in salita, dopo il quale però è retrocesso al terzo posto poiché il monegasco l’ha contro-sorpassato. Quindi, trovandosi appena alle spalle della F1-75 numero 16, l’ha infastidita finché ha potuto per provare a guadagnare una posizione. That’s racing e non c’è niente di sbagliato in queste azioni. Poco importa che la monoposto con cui ha lottato sia identica alla sua. Se non ci sono gerarchie interne al team, Sainz può muoversi come meglio crede.
Cionondimeno c’è un problema a monte, l’insostenibile assenza della Ferrari. La domanda in merito alla situazione attuale infatti è semplicissima. Cui prodest? A chi giova? Non certo alla Scuderia di Maranello, perché lasciando i propri uomini liberi di battagliare ci si è tirati la zappa sui piedi da soli per l’ennesima volta. A onor del vero viene da chiedersi se esistano ancora dei piedi, poiché alla luce di tutti i colpi che il Cavallino Rampante si auto-inferto, l’impressione è che dei suddetti piedi (e non solo di quelli) resti ben poco.
La questione è seria. Non si vogliono fare preferenze tra l’uno o l’altro pilota? Politica lodevole, ma nello specifico controproducente per l’azienda. Qual è l’obiettivo della Ferrari? Immaginiamo vincere. Altrimenti perché correre in F1? Ebbene, lasciare campo libero a Leclerc e Sainz non è propedeutico a cercare i successi, soprattutto se Verstappen è più competitivo, proprio come in Austria. Charles lo ha detto pubblicamente subito dopo la Sprint: “nella prima fase stavo gestendo le gomme perché volevo attaccare alla fine, però c’è stata la battaglia con Carlos e abbiamo perso tempo”. Insomma, il monegasco aveva un race plan nella sua testa, ma non ha potuto attuarlo appieno perché chi gli ha messo i bastoni tra le ruote è stato proprio il compagno di squadra.
Non si vuole dire “tu sei il numero 1 e tu il numero 2”? Va bene, Fiat voluntas Binotti. Però, santa pazienza, se si vuole vincere bisogna fare di necessità virtù e prendere atto che le gerarchie possono anche esistere in maniera fluida. È così difficile dire ai piloti: “ragazzi nei primi “X” giri potete fare quello che preferite, ma poi, quando si raggiunge questo numero di tornate, scatta la tregua. Chi è davanti, chiunque sia, non deve più essere infastidito. Dobbiamo massimizzare le opportunità di vittoria del team”. A meno che l’obiettivo non sia vincere, bensì fare spettacolo a favore di telecamere con le proprie vetture in bagarre. Nel qual caso avremo belle foto, tanta adrenalina per gli spettatori e una miriade di piazzamenti, mentre Verstappen si frega le mani pensando a come festeggiare il Mondiale.
Foto: La Presse