Formula 1

F1, Red Bull fa la differenza su Ferrari grazie all’affidabilità e agli errori umani. Il confronto parla chiaro

Pubblicato

il

Il Gran Premio di Francia di F1 ha certificato come Ferrari abbia ripreso e sorpassato Red Bull in termini di sviluppo della propria monoposto. In questo momento, la F1-75 è la vettura più competitiva in assoluto. Lo si era già subodorato in Austria, ma quanto visto in terra transalpina ha confermato la sensazione. A Le Castellet la Rossa è stata superiore sia sul giro secco che nel long-run. Finché Charles Leclerc è rimasto in pista, ha contenuto e allungato su Max Verstappen.

Il particolare che più ha impressionato è stato quello di vedere il monegasco mantenere senza patemi la propria leadership a dispetto della possibilità dell’olandese di utilizzare il DRS. Un segnale di come a Maranello abbiano lavorato bene e redento il “peccato originale” della propria creazione, ovvero quello di soffrire di un drag superiore rispetto a quello della “figlia” di Adrian Newey. L’handicap relativo alla velocità di punta si è fatto sentire soprattutto a Jeddah, Imola e Miami, appuntamenti in cui la RB18 era insuperabile per la F1-75, che invece non aveva modo di difendersi dalla rivale. Ora, invece, le carte in tavola sono cambiate.

Però, alla fine, queste dinamiche contano relativamente. I Mondiali vengono decisi dalla matematica. L’algebra dice che Verstappen conduce la classifica piloti con 63 punti di vantaggio su Leclerc, mentre nella graduatoria costruttori Red Bull vanta un margine di 82 lunghezze sulla Ferrari. D’altronde c’è stata la fase primaverile, durante la quale il Drink Team era superiore al Cavallino Rampante. Cionondimeno, la genesi dei distacchi risiede soprattutto nei tanti potenziali risultati di peso scialacquati dalla Scuderia di Maranello.

F1, Christian Horner: “Vittoria importante, ma il campionato è lungo! Abbiamo cambiato strategia dopo il ko di Leclerc”

In particolare, è stata l’affidabilità a recitare un ruolo da protagonista. Qualcuno potrà ribattere che i classe 1997 si sono ritirati due volte a testa a causa di problemi meccanici. Vero, l’olandese si è fermato in Bahrain e in Australia, mentre il monegasco ha alzato bandiera bianca in Spagna e Azerbaigian. Gli abbandoni, però, non hanno avuto il medesimo peso specifico. La doverosa premessa da fare è che stiamo giocando al “Se fosse”, con tutti gli annessi e connessi del caso. Tuttavia, per come si erano messe le gare in questione, a dispetto del 2-2, i punti andati in fumo non sono gli stessi.

In entrambi i GP in cui il ventiquattrenne del Limburgo si è fermato, stava inseguendo quello del Principato. Viceversa, il ferrarista ha alzato bandiera bianca in appuntamenti in cui era al comando. Verstappen ha verosimilmente perso un terzo e un secondo posto. Leclerc, invece, due vittorie. Dunque, se convertiamo questi risultati potenziali in punti, ci rendiamo conto di come Max ne abbia smarriti 33, mentre Charles ben 64. Ai 50 relativi ai due successi, bisogna aggiungere quelli guadagnati dall’avversario diretto, promosso dalla seconda alla prima piazza.

Ben 31 punti spostatisi dal Principato all’Olanda a causa della solidità delle monoposto. Aggiungiamoci i 32 che Leclerc afferma di aver perso per i propri errori e il totale fa… 63! Esattamente la distanza che attualmente intercorre in classifica generale tra l’uno e l’altro pilota. C’è quindi molto più equilibrio di quanto non dicano le classifiche. Se poi aggiungiamo gli svarioni del muretto box rosso, avvenuti tra Montecarlo e Silverstone, il rammarico aumenta. La matematica non sarà un’opinione, ma gli addendi avrebbero potuto essere ben diversi.

Foto: @RACINGPICTURE

Exit mobile version