Formula 1

F1, Sergio Perez andava penalizzato in Austria! Qualifiche falsate, figuraccia della FIA

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Le qualifiche del GP d’Austria di F1 sono state macchiate da un episodio sportivamente inaccettabile, indipendentemente da come si risolverà l’udienza della serata. Già, perché la griglia di partenza partorita dalla sessione odierna non è definitiva, bensì sub judice. La ragione è paradossale, in quanto Sergio Perez, autore del 4° tempo, potrebbe ricevere una penalizzazione a posteriori per aver violato i track limits. Qualcuno si starà chiedendo cosa c’è di così scandaloso. Andiamo a spiegarlo.

Partiamo dai fatti. Nel Q2 il messicano era in difficoltà e si trovava al di fuori della top-ten. Rischiava dunque di non prendere parte al Q3 e di scattare a centro gruppo nella Sprint di domani. Cionondimeno è riuscito a issarsi tra i primi dieci, seppur con un giro estremamente sospetto. Checo è andato largo alla curva 8 apparentemente violando i track limits.  Gli stewart hanno comunicato che l’incidente sarebbe stato “investigato” solo dopo la qualifica. Il perchè è da non credere.

Paradosso N°1. In quella curva sono previsti i track limits, ma non i sensori! Se si è deciso che in quel tratto non si può oltrepassare la linea bianca con tutte le quattro ruote, perché non si è agito in maniera tale da montare un semplice dispositivo in grado di accertare immediatamente se il limite della pista viene violato o meno, come viene comunemente fatto il qualsiasi altra curva? Si sarebbe avuta certezza immediata e il tempo sarebbe stato cancellato in automatico, evitando il risultato sub judice e la pantomima di visionare il replay.
Paradosso N°2. Perez entra in Q3 eliminando un altro pilota (nel caso di specie Pierre Gasly). Sportivamente parlando si sarebbe quindi dovuto agire istantaneamente. Se il giro del messicano è irregolare, allora il francese dovrebbe avere diritto di prendere parte allo scalino conclusivo della qualifica. Prendere decisioni su due piedi non dovrebbe essere un problema. Durante la gara accade di continuo. Oppure il venerdì ci sono tempi di reazione più lenti da parte degli stewart? Evidentemente sì, perché il ventiseienne dell’Alpha Tauri deve uscire dalla sua vettura, con buona pace di una serie di principi etici ignorati e calpestati. C’è peraltro una pausa tra Q2 e Q3. Sarebbe stato un problema allungarla di cinque minuti anziché proseguire come se nulla fosse?

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Così Checo ha preso parte al Q3 e realizzato il quarto crono, guadagnandosi virtualmente la seconda fila. Almeno per il momento. Come se non bastasse, si genera un potenziale paradosso N°3. Se Perez dovesse essere penalizzato, nessuno restituirà il Q3 a Gasly, il quale subirebbe un evitabilissimo danno a prescindere.

Il transalpino avrebbe partecipato alla lotta per la pole position con Max Verstappen e le Ferrari? No, ma non importa. I principi esistono per una ragione, ovverosia non essere violati e vilipesi. È davvero incredibile come nell’odierna F1, dove ci si vanta di effettuare riprese televisive con la “pedal cam” fissata all’interno dell’abitacolo di Lando Norris, si ometta di piazzare dei sensori per valutare se una regola ritenuta basilare viene violata o meno, rimandando il tutto a un’udienza post-qualifica dove si analizzerà il tutto a… occhio nudo.

Il problema, in realtà, sta a monte. Ha davvero senso controllare se un bolide pesante 800 kg lanciato in curva a 300 km/h supera di pochi millimetri una linea dipinta sul terreno? Ci fosse più prammaticità e un regolamento meno opprimente non ci si troverebbe neppure in questa situaziona sgradevole. Tuttavia, nel momento in cui si decide di seguire la politica della proliferazione della normativa, bisogna porsi nella condizione di salvaguardare ogni singolo cavillo, privilegiando l’aspetto sportivo. Altrimenti si fa la figura del legislatore petulante, il quale si diverte a porre lacci e laccioli per il puro gusto di farlo. Già, per l’appunto. Vedremo quale sarà la decisione sul caso-Perez, ma in linea di principio la figuraccia rimarrà a prescindere.

Foto: La Presse

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