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Jannik Sinner: “Voglio arrivare in fondo a uno Slam, Djokovic mi ha portato in un’altra dimensione”

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Jannik Sinner è tornato in campo a Umago dopo aver raggiunto i quarti di finale a Wimbledon, quando si involò sul 2-0 contro Novak Djokovic, salvo poi subire la rimonta del fuoriclasse serbo. Il tennista italiano non ha avuto problemi all’esordio sulla terra rossa croata, ha avuto la meglio sullo spagnolo Jaume Munar e ha staccato il biglietto per i quarti di finale di questo torneo ATP 250. L’altoatesino ha già messo il mirino sugli US Open, ultimo torneo dello Slam per questa stagione.

Jannik Sinner è stato molto chiaro in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: “Voglio superare lo scoglio dei quarti in uno Slam, voglio andare più lontano, fino in fondo. Continuando a lavorare così bisogna porsi traguardi più importanti. Finora la stagione è stata buona, ma poteva essere molto migliore senza i problemi fisici, avuti mentre stavo giocando bene”.

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L’azzurro si è soffermato sul suo nuovo staff: “Passo più ore con Simone Vagnozzi che con chiunque altro. Poi sono arrivati anche i preparatori Ferrara e Bianchi e infine Cahill. Il gruppo deve lavorare in armonia, se c’è qualche problema si risolve assieme. Ci può essere una bella giornata o una brutta come quella del match con Nole, ma tutte vanno affrontate nel modo giusto per poi tornare in campo a dare il 100%. Darren è la persona più buona che conosca. Disponibile, gentile, fa gruppo. A Wimbledon si è messo a fare il barbecue con noi con grande umiltà. Anzi, per fortuna, perché ci ha salvato la cena. È quello che nel circuito ha più esperienza e sa trovare la parola giusta nel momento opportuno. Un giocatore questo lo avverte e fa il pieno di tranquillità”.

Jannik Sinner ricorda ancora il match contro Djokovic a Wimbledon: “Penso ancora alla partita, certo. Dopo qualche giorno passato di malumore, ho provato a vedere il lato positivo. Novak ha dovuto alzare il livello al massimo, altrimenti sarebbe finita diversamente. Sembra che io sia crollato dopo il secondo set, invece no. È lui che mi ha portato in un’altra dimensione. Provi a capire se abbia un segreto per rimontare da due set sotto. Nel quinto set ha risposto il 92% delle volte, dunque più il match andava avanti, più riusciva a leggere i miei colpi. Questo ti stimola. Lavoro ogni giorno per essere più imprevedibile”. 

Foto: Lapresse

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