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Marcell Jacobs contratto e imballato in batteria. Una notte dal fisioterapista per una magia ai Mondiali
“Ho fatto una buona partenza e ho anche accelerato nel modo corretto, ma poi non riesco a lasciarmi andare“. Questa è la mesta analisi che Marcell Jacobs ha fatto della sua batteria ai Mondiali. Il Campione Olimpico dei 100 metri è parso troppo contratto, imballato nell’azione, poco fluido. Si sentono i tanti stop della stagione all’aperto (la gastoenterite a Nairobi, l’infortunio al bicipite sinistro, il fastidio al gluteo), il velocista lombardo ha cercato di risolvere i problemi negli ultimi dieci giorni con sedute di allenamento intensivo nei pressi di Portland, ma evidentemente la forma fisica non può essere delle migliori e c’è ancora qualche ingranaggio che non si muove nel modo corretto: “Non sto benissimo, sto peggio di ieri“.
La marcia di avvicinamento alla rassegna iridata è stata funestata da una sequela di criticità, dopo che in inverno aveva vinto i Mondiali Indoor sui 60 metri, e purtroppo manca quella brillantezza necessaria per fare saltare il banco. Almeno per il momento, perché Marcell Jacobs è combattivo e non molla dopo il 10.04 del primo turno (eguagliato lo stagionale di Savona). Ha preannunciato una notte intera dal fisioterapista per ritrovare la corsa giusta e cercare il colpaccio in una semifinale durissima: troverà il giamaicano Oblique Seville (oggi lo ha battuto in 9.93), il botswano Letsile Tebogo (oggi autore del primato mondiale under 20 con 9.94), lo statunitense Marvin Bracy (10.05 in batteria, ma è un portento da 9.85 in stagione) e il keniano Ferdinand Omanyala (è vero che è arrivato a Eugene solo tre ore prima della gara, però potrebbe ritrovare brillantezza).
“Un doppio freno a mano tirato, una partenza buona e un ottimo tempo di reazione (0.110), ma poi non sono riuscito a lasciarmi andare“. Questa è la fotografia della batteria di Marcell Jacobs, che ora dovrà ricaricare le pile e inseguire una magia: dopo l’apoteosi di Tokyo, nulla è impossibile per il Messia dell’atletica italiana, anche se occorrerà gettare il cuore oltre l’ostacolo. Conquistare una medaglia con in giro gli scatenati statunitensi Fred Kerley (9.78) e Travyon Bromell (9.89), i lanciatissimi giovani Seville e Tebogo, il sempre vivo Christian Colemann (difende il titolo iridato) appare complicato, ma l’azzurro non demorde: “Domani sarà un altro giorno, oggi era soltanto il primo turno e bisogna aspettare il terzo (la finale, n.d.r.)“.
Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL